Solamente il cuore

Ora ricordo con un certo orrore frammisto a fascino quella volontà autodistruttiva cosciente e consapevole che si impadronì dei miei sentimenti per un periodo della mia vita in cui mi sentivo inadeguato, non al mondo circostante, ma a me stesso. Razionalmente non ero in grado di comprendere i miei mutamenti che percepivo in modo diverso da coloro che mi giravano intorno. Sono stato e sono troppo normale. Ero convinto di essere eterosessuale, insomma, non conoscendo voi il mio sesso, mi piacevano le ragazze, le donne. La mia prima esperienza completa, senza uno straccio di stoffa addosso, disastrosa per mia incompetenza, avvenne quando la vibrazione delle mie corde vocali iniziava ad assumere tonalità cupe. Poi, mi accorsi, quasi per caso che il mio sguardo si soffermava anche su soggetti umani di sesso analogo al mio. Per un ragazzino tedesco, ricordo che in campeggio, compivo ogni sorta di espediente. Nulla di fisico, solo il mio sguardo perso sulle sue fattezze. Crescendo, il sesso dischiuse una lunga parentesi alcolica eccessiva. Una sera ricordo che, nudo, mi aggiravo in una località marina, ovviamente fuori stagione, ed alcuni amici mi accudivano come balie, per la paura che mi tuffassi nelle acque del piccolo porto canale per provvedere al salvataggio di un piccolo gattino, uno di quei micini miagolanti, che un altro amico mi aveva indotto a credere di aver scagliato tra le onde. Ricordo, a sprazzi, barlumi da un proiettore, che mi appoggiai, come la natura mi ha fatto, ad un’auto, alcova di due giovani amanti. Non mi accorsi che tra lamiere e tappezzeria due orgasmi stavano incontrandosi silenziosi. Poi vomito ed ancora vomito, solamente vomito e donne, solamente donne. Ora non mi duole più la testa, ogni mattino, al risveglio, ma il cuore, solamente il cuore.