del merito e d'altre faccende

In tempi d'abitudine a discettar di merito e carriera, mi sovviene un pensiero che non so resistere dal rigettar su carta; s'invola nemmeno troppo lontana la fantasia e s'arresta alle soglie d'un consiglio regionale, quello lombardo, su uno dei cui scranni dorati si siede lieve una signorina di nobili costumi che, dopo aver percorso un pezzo di strada a curar le carie e sbiancare principi di opacizzazione delle corone dentarie di persone più o meno in vista del parterre politico nostrano, ha avuto in serbo una di quelle sorprese che nella vita giusto nei sogni di Natale, ti possono, se c'hai culo, venire a visitare.

E invece lei, signorina dalla mano ferma e dal contegno sussiegoso, dall'oggi al domani s'è vista moltiplicare cachet e posizione sociale grazie al casuale incontro con un politico noto  più per le scorribande con veline e velette cui promise, e per alcune mantenne, posizioni di tutto riguardo in ambiti pubblici e privati, che per la realizzazione di quel miracolo italiano che ancora gli italiani stanno pazientemente aspettando (ai suoi divini trattamenti d'esperta aiuto dentista si palesò niente meno che l'ex presidente del consiglio).

Non cedendo alla facile lusinga di voler istituire un rapporto diretto di questo stato di cose all'italiana all'incipente irragionevolezza di un signore settantacinquenne ancora nel pieno delle proprie abilità mentali (sic!), mi piego, con minor tema di smentite, ad un'ipotesi, almeno sulla carta, meno balzana: ci vedo, non so come altro dire, una ammirazione tanto grande, almeno pari all'immenso dono ricevuto in cambio dal politico di cui sopra, che questi deve aver nutrito per le indubbie doti orali della giovane igienista, doti, si badi bene, assolutamente indispensabili per condurre a dovere l'oneroso impegno di discettare d'avanzi pubblici e privati per ore e ore di seguito, in emicicli perlopiù gremiti da signori tanto increduli quanto rassegnati da cotanta presenza, di fronte alle telecamere che indugiano alla spasmodica ricerca dell'ultima traccia di rifacimento facciale, pagata coi soldi pubblici di noi fessi coglioni di questo pazzo circo mediatico che è il nostro amato Belpaese.