Scritto da © Andrea Occhi - Lun, 16/01/2012 - 11:38
Oramai non hai più l’abilità di estorcermi baci e carezze con i tuoi strumenti atti solo a minacciare, a far si che ciò che io ti dono sia un obbligo, una controprestazione contrattuale, più che una spinta del mio spirito di liberalità. I tuoi morsi di ratto alato disturbano, sfregiano, senza arrecare alcuna euforia, il mio errare per questa landa desolata, delimitata solo da una foresta di asfodeli, le cui aguzze ed acute foglie, che le vacche si rifiutano di pascere, trafiggono la mia carne come artigli di una belva inferocita, ogni qualvolta io tenti di fuggire. Il mio sangue non sarà solo tuo. Altre bocche si ciberanno dei miei liquidi, come la mia bocca, a contrario, non cercherà più ristoro nel nettare che stilli dalle tue recondite fessure. Non sono altro che una puttana e, qui, il tuo denaro non serve per comprare null’altro che noia.
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