L'amore platonico (campato in aria!) "Le fantasie dell'anima" (Biblioteca Vaticana) | Poesia | Francesco Andrea Maiello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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L'amore platonico (campato in aria!) "Le fantasie dell'anima" (Biblioteca Vaticana)

 

Da tempo vanno di moda le carni estere (svizzera e argentina!), specie a Sanremo, paese dei fiori e delle canzoni. Per me, giochi sanremesi a parte, è sempre più gustosa e piacente la bistecca fiorentina e, pertanto, vi indirizzo al Sommo fiorentino con...l'amore platonico, campato in aria!

 

Esplorando la vita,

all’impatto del bello,

fu subito cotta!

Rinvenendo in vita

dalle follie della cotta

ancor per il bello

la mente si confuse

ma poi si fuse

nel sacro vincolo coniugale

e, infin, il fuoco dell'amore

con il suo ardore dirimé,

ahimè, la comunione spirituale.

Fu lucida psichiatria

per l’abbandono filiale

e senza più il calore

dell'affetto familiare

divenni preda del bipolare.

Da solo mi valutai

per l'abbaglio della psichiatria

con l'offesa genetica

a questa patologia,

malattia sentimentale

con amori e dolori

a scatenar l’umore,

gradiente di pressione spirituale

da sequela conflittuale

tra spirito e materia,

disordine mentale

di soggetti zelanti,

per lo più anelanti

alla luce della verità,

ma anche filosofia pensante

di soggetti sensibili

finanche vincente

in personaggi illuminati

(Newton, Hugo, Van Googh)!

Dopo attenta psicoanalisi

con chiaro responso,

l’amore per il bello scartai!

Mi sentivo ormai al sicuro

e immune da cotte,

quando il redivivo bello,

in proditoria attesa,

al posto della cotta

mi ha sferrato la botta.

Con la testa colpita

in età avanzata

anche un colpo apoplettico

mi son ritrovato.

E' un insulto corticale

da accidente vascolare

con attacco ischemico cerebrale,

per fortuna transitorio

perché può fatale.

Nasce da scarica adrenergica

dell’orto simpatico

nel torrente ematico

con il letto vascolare

di per sé in asfissia

dopo tante sigarette

per lo stress emotivo

che scatena l’ossidativo,

fattore protrombotico

della placca ateromasica,

gradiente arteriosclerotico

e segnale evidente

di vetustà incombente.

Povero me,

dopo la cotta giovanile

e la fusione adulta,

la botta matura davver

non ci voleva,

con l’attempata età

a rischio mentale

e di corto circuito

per circolo precario!

Cara novella musa,

guarda cosa mi hai combinato,

sembravi solo dolcezza

in tanta bellezza e invece,

anche tu, da solita donna

sei senza cuore!

Viva allor l’amore platonico,

quello campato in aria,

che “uscì de la volgar schiera”

da Platone a Dante,

perché vive di intese

e si alimenta di luce.

Anche il Sommo Poeta

tra cotta, fusione e botta,

il suo vero amore

alimentato dallo spirito,

di certo platonico

e campato in aria,

in splendida forma

e in candida luce,

incontaminato se lo ritrovò

lassù in Paradiso.

Per questa analogia

con solita mia mania

di fare poesie

ci risiamo con la psichiatria e,

dopo Dante, ecco Cartesio

con la sua opera

“Le passioni dell’anima”,

scrittura ispirata

tra morale e medicina,

miei campi di interesse

con il secondo finanche

mio ambito professionale.

Sono così a rincorrere

anche questa illuminata scia

con scritture sull’anima

e, pertanto, il pilota, striptease,

i giochi e la bottega

rappresentano, con i miei figli,

il mio vero pill,

prodotto intimo limpido e lucente!

Meglio comunque troncar

con queste analogie

perché già intravedo

la camicia di forza

con lo stesso Einstein

che non mi tiene il passo.

L’etiologia di tali analogie

è l’insolenza della mente

con sua solita insipienza

alla costante ricerca

di vana gloria,

tra pensiero insonne notturno

e silenzio pensante diurno,

senza mai trovar pace.

Nella precarietà di questa mente,

sempre a pieni giri,

sotto il costante rischio

di cuocersi, fondersi

e prendere botte in testa,

tra manie e fantasie,

follie e poesie,

c’è sempre l’amore del bello

in veste di donna,

presenza sublime

e visione d’incanto che,

pressurizzando lo spirito,

fa rifiorire la vita

ed ispira poesie.

E' proprio nella mente,

palcoscenico dell’anima,

che sentimenti ed emozioni

ti indirizzano la vita

tra gioie e dolori

nella scia di amori passati

e presenti lungo quella via

che chiamasi filosofia,

perenne anelito

e amore per la verità.

 

Seconda parte

 

Da tempo il divino

mi traccia il destino,

in tempi di privacy

è gran prepotenza,

e così pago il pedaggio

con dolci visioni

di amori agognati,

soltanto sognati,

ma ancor più belli

perché mai materializzati.

Sono di vera essenza

e senza sostanza,

l’eterno conflitto dell’uomo

da sempre alle prese

tra spirito e materia,

tra anima, fantasma dello spirito

e spaventapasseri della materia,

e corpo, provocante forma

della materia, appetibile

in tutti e con tutti i sensi.

In tema di materia ed amori,

ecco il sempre pimpante

amore fisico, mai calante,

anche se non più galante,

nella bieca veste di sesso sfrenato,

monotone spinte istintive

nello squallore dello sfogo carnale,

lurida veste (si fa per dire!)

della prostituzione,

eterno pantano morale,

ricettacolo di virus letali

e nonostante il diluvio universale,

i comandamenti e le pene

del divino inferno

non c’è niente da fare.

Siamo addirittura all’obbrobrio,

termine diabolico da...bbbrividi,

con il mercato del sesso giovanile,

indelebile ferita dell’anima,

con la santa e finanche la divina

pazienza messa a dura prova.

L’amore fisico,

nella sua vera funzione,

trasmette la vita

e ci tramanda la razza,

speriamo in modo migliore,

perché, di questo passo,

si rischia la fossa!

E' un gran rapporto fisico

di rara bellezza

miscelante spirito e materia,

sentimenti dell’anima

ed emozioni del corpo

con tutti i sensi a pieni giri,

e viene così veicolato l’amore,

essenza dell’anima

e splendida energia vitale,

per un triplice passaggio cellulare.

Dalla cellula nervosa (innamoramento)

alla cellula spermatica

e infin alla cellula uovo

si realizza il prodigio

di materializzare l’amore

in una mirabile miscela

spirito materia:

l’umana sostanza

del frutto concepito

che si ritrova l’anima

per passaggi di stato!

Il liquido seminale,

condensa dei bollori

del vero amore,

al caldo tepore

del grembo materno

sublima e da quest'eterea essenza

nasce l’anima della cellula fecondata,

amor conglobato intorno

alla luce della coscienza

con il pensier nascente

a completare la cellula spirituale,

a immagine e somiglianza

della divina triade.

Siamo giunti alla fine

di un argomento scatenato

da una classica botta in testa,

cui consegue lo stesso effetto

della cotta e della fusione mentale

alla vista del bello che,

nella sua universalità,

è indivisibile dal bene e dall’amore,

valori immortali della vita,

fattori supremi della unità

e della trinità nell'immacolato

candore della divina verità.

L’indissolubilità e l’indivisibilità

è ben chiara

nella intercambiabilità

dei suoi tre fattori:

Il Bene, Mente suprema,

è l’amore del bello

o il bello dell’amore!

L'Amore, Amore supremo,

è il bene del bello

o il bello del bene!

Il Bello, Coscienza suprema

e candida Luce,

è il bene dell’amore

o l’amore del bene!

Da queste considerazioni

il bello, luce della coscienza,

pur sferrando la sua inesorabile botta

e centrandomi il petto,

mi ha illuminato poi

il pensiero con il vero amore

ben attento a non turbare

consolidati equilibri (la famiglia!).

La vita cosciente

è reciproco rispetto

e talor, nonostante

cotte, fusioni e botte,

bisogna accontentarsi

dell'amicizia di una Musa,

chiedendo soccorso e conforto

all’amore platonico,

l’incontaminato amore

campato in aria, che si alimenta

del bello dell’immagine

e si bea nell’incanto di una dolce visione,

rapito dalla dolcezza,

giusto gradiente del bello:

“Mostrasi sì piacente a chi la mira

che dà per gli occhi una dolcezza al core,

che 'ntender no la può chi non la prova...”

Dopo la cotta, per manifeste evidenze,

anche la botta mi ha colpito

con la magia della doppia M

nelle sembianze di una magica Musa

di eccelsa classe, “dolce stil novo”

con accento francese,

perché la erre moscia

è una delizia dei nostri cari cugini,

fin troppo amati vicini!

La bellezza femminile

contrassegnata dal fascino della dolcezza

e dallo charme della grazia

è una meraviglia della natura

da ammirare e da salvaguardare

come bene comune

e finanche come patrimonio dell’umanità!

Fu così per Dante e Petrarca,

da donna Beatrice

“Io era tra color che son sospesi,

e donna mi chiamò beata e bella...”

a monna Laura

“Chiare fresche e dolci acque

ove le belle membra...”,

e adesso anch’io “rimembri ancor”,

più che la beltà fisica cadente,

la grazia spirituale di un volto illuminato:

sereno, la mente si evidenzia sulla fronte distesa,

sorridente, l’amore arrossisce le gote,

e splendente, la coscienza risplende negli occhi,

tanto che “prego anch’io nel tuo porto quiete”.

Stando così le cose, dopo cotanta botta

“poca favilla gran fiamma seconda...”,

non mi resta che invocar

le epatiche materne follie,

tanto mi impegnarono in vita con la terapia,

sperando di trovar in esse rifugio

per deliziarmi e godere la bella immagine

e la dolce visione di un medico di classe

e donna di gran fascino e, a conferma,

medico di fascino e donna di gran classe!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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