Sognando il futuro (Il pilota dell'anima) | Poesia | Francesco Andrea Maiello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Sognando il futuro (Il pilota dell'anima)

 

Allorquando al mondo faremo,

pur nel nostro piccolo,

dal ristretto ambito familiare

ai governanti della terra,

spontaneamente con dolcezza

per la gioia del nostro spirito,

opere di bontà nei confronti

dei più deboli (persone affamate,

afflitte, perseguitate, bisognose

di ogni tipo d’aiuto), d’improvviso

si colmerà e all’istante si calmerà

quella tempestosa turbolenza

gravitante sulle nostre coscienze

col nefasto rischio di spazzarle via

mettendo a repentaglio la vita del mondo.

Solo così, d’incanto, la vita rifiorirà

su questa devastata terra,

realizzando all’istante il miracolo

del paradiso terrestre, una volta scacciato

per sempre il male, fantasticando

così ad occhi aperti il bene sull’ormai

luminosa maestra strada dell'amore

dopo quel lungo estenuante percorso

nei tenebrosi meandri del cervello

dove l’anima con la sua luce

ti dona la scienza, indi nell'inebriante

gimcana del cuore, dalle sue vertiginose

altezze, ti dona l’arte e infine con l'arrivo

nell'intricato crocevia del fegato,

in questa strabiliante fucina,

la catarsi umorale le ridarà

la sua mera coscienza,

purificando così l’inafferrabile anima.

Inseguendo la sua luminosa scia

a debita distanza, bisogna tener

sempre carattere ed equilibrio

ben saldi, tanto da non sprofondare,

impazzendo per effimera gioia,

nel precipizio dell’umana vanagloria.

Questa pura immortale anima,

sotto svariate e mentite spoglie

per l’inaccessibile sua grandezza,

vaga quotidianamente

sulla stupenda impalcatura della terra,

sempre più teatrino terreno

di raccapricciante commedia

e per divina volontà, lasciando

il protettivo dono corporale

con le sue umane debolezze

e varcando i confini dei cieli,

serafica si compatta all’infinito,

incommensurabile dono

dell’immortalità per glorificare

in eterno il nome di Dio.

Questo fantastico svago mentale

è interrotto dalla inesorabile sveglia,

che riporta la normalità

dando il benvenuto al giorno che verrà

e, anche se a fatica,

occorre abbandonare la pigrizia

del piacevole tepore del letto

e riprendere con umiltà il sacrosanto

lavoro per il pane quotidiano,

pregando il buon Dio di preservarci dal male,

da ogni umana tentazione e di farci

vivere la giornata in serena spiritualità

con il rispetto e nel rispetto di tutti,

in modo da riacquistare la nostra dignità

e cancellare per sempre

la catastrofe mentale dei tempi che viviamo.

Se, infine, per un attimo di sana riflessione

ad occhi spalancati con temporaneo

blackout di radio e televisori,

giornali, computer e telefonini,

rallentiamo solo un istante

questo ossessionante ritmo di vita quotidiana,

gusteremo nuovamente l’intramontabile

bellezza della natura con le sue meraviglie.

Ed ecco l'incanto della vita dal vivo

con le sue dolci parole

nella semplicità e nel silenzio

della quiete mentale per pace interiore,

perché questo esasperato progresso

nel segno dello sfrenato consumismo

non deve trasformarsi in regresso

delle civili società con il sogno

irreprimibile di un solo e pacifico

stato per tutta l’umanità.

La lingua universale sarà l’inossidabile,

ritemprante religione dell’amore

a tutti comprensibile, anche ai muti,

ai ciechi, ai sordi e una volta liberi

(da assurde superstizioni, usanze,

credenze, magie e altro ancora,

ormai abbiamo superato ogni limite

e siamo al pari di una mandria sfrenata,

che ha sfondato ogni sorta di steccato!)

ricominciamo tutto daccapo.

Immettiamoci allora, insieme e

per sempre - cantando la quotidiana

e viva preghiera di sorrisi e carezze,

baci e abbracci, amorevoli “schiaffetti”,

tenere pacche sulle spalle

e scherzosi monosillabi parlanti -

sull’unica vera strada del mondo,

quella del bene imperante

che ci farà tornare fratelli

ed insieme ci porterà

in quell’immenso stadio

dell’accogliente paradiso,

con spalti acclamanti e stracolmi

dei nostri comuni avi,

per ricevere tutti sul celeste podio,

sotto la stessa bandiera

e al commovente inno della patria terrena,

la medaglia d’oro della vita eterna.

 

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