Truffaldina la mia immaginazione

Mi piace osservare il mio corpo, invertito, riflesso nello specchio mentre mi sfilo gli ultimi strati di tessuto, rosa e profumato del mio odore, velato, di uomo. Sotto le mie mani, la mia pelle è liscia, anche se qualche muscolo dovrebbe essere sottoposto ad attività tonificante, ma sono pigro e privo di entusiasmo nei confronti dei movimenti fisici, a meno che non coinvolgano e comprendano anche le tue divertenti ed ansanti fatiche. Immagino il tuo sudore che dalla fronte scivola, come lacrima di ghiaccio fondente, sul mio petto, mentre, come ballerina classica ti inebri del suono degli archi, che luminosi si disegnano sulle candide lenzuola con parabole colorate ed umide, al passaggio delle nostre lingue. Non chiudo le palpebre, ma, con gli occhi fissi sulle tue forme liquide, mi incanto ad osservare la tua nuda danza disgustosa sopra i miei polmoni spugnosi. Ti assorbo. Il ritmo dei tuoi movimenti, scandito dai miei diabolici tamburi lisergici, ti scuote. Riesci a rendere inesistente, non meramente invisibile, ciò che non vive all’esterno di questa stanza. Hai la magica potenza di creare il nostro mondo primordiale con un solo tuo pensiero immaginario. I nostri nomi, graffito rupestre, incidi sulla mia pelle, con i tuoi artigli neri di delicata virago, vaporosa e violenta. All’acume dell’arco chiudo gli occhi e il vorticare dei sussulti trascina gorgogliante i miei desideri sino a te…che sei qui, in questa caverna irreale. Truffaldina la mia immaginazione...