Vorrei appurare il cambiamento dell’anima mia | Prosa e racconti | giuliano leandro loy | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Vorrei appurare il cambiamento dell’anima mia

Vorrei appurare il cambiamento dell’anima mia, come scorgo il mutamento del mio corpo.
La mia metamorfosi corporea così silente, l’altra mia parte nel dolore.
Un cammino costante, e le mie molte chiusure interiori.
La solitudine, che determina la crescita esistenziale in un uomo.
La mia trasformazione interiore, e di questa mia estesa aridità d’emozione, che fronteggia un mondo decadente.
La mia vita, che racconto a me stesso come fosse una fiaba in versi … di poesia.
Osservo i passanti frettolosi, ignari d’esser parte della propria storia.
Ciascuno a calpestar le proprie angosce esistenziali, e per tutti noi, il morso gelido di questa misera follia d’intendimenti.
Reminiscenze sciocche, che mi raccontano della mia sopravvivenza.
L’occidente è un vecchio decadente e indifferente, che farnetica dell’assolutezza di un Dio, pur mantenendo un proprio principio … economico e di potere.
L’oriente è un vecchio collerico e arrivista, che nel proprio misticismo sbandiera la propria assolutezza religiosa attraverso l’arroganza e il fanatismo.
Entrambi gli schieramenti son perduti, sconfitti dentro il loro  bieco feticismo, e la loro squallida … Preistoria.
La Democrazia tanto declamata in occidente, un bell’intento soltanto imbellettato, una puttana travestita e usata per soddisfare le voglie del più ipocrita … opportunismo.
Il mio pensiero che non stupisce più in se stesso, tanto che indosso sovente, un abito sgualcito per nessuna circostanza.
La falsa quotidianità, che rifuggo, chiudendomi in me stesso.
Il dolore che non percepiamo più in noi stessi, ne determina la morte dei nostri sentimenti.
Sono un vecchio ribelle, intento nel gioco che legittima a se stesso, la propria esistenza.
Sono un povero illuso, dentro un auditorium sordo, alla poesia della vita … e del cuore.
Siamo nati uomini, e moriremo tutti come poveri animali. E poi ... parole che inseguono parole che perdon il proprio senso, e vertigini individuali che distrattamente inseguono il nesso smarrito del proprio arcano, come fossero macchie di inchiostro invisibile di perduto senso. Voci e grida mutole nei cuori, l'Italiani poeti e naviganti nella propria tumulta intemperie, e sussurri veleggianti, e sussurri vagheggianti, e silenzi e silenti respiri sfociati come acqua nel proprio gorgoglio, e liquido impazzito nella propria dirittura. Occhi di buoi abbassati e cortigiani.
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 4986 visitatori collegati.