Scritto da © Piero Lo Iacono - Mer, 21/11/2012 - 21:12
Io crescevo
ma si rimpicciolivano uomini e donne intorno a me.
Crescevo
ma forse mi allontanavo troppo.
E vedevo sempre più piccoli
i miei genitori, i miei amici,
i miei dintorni umani.
Così salivo il monte sempre più solo
con la solitudine per compagna.
E stupivo come le cose sulla terra
si rimpicciolissero sempre di più,
stupivo che il cielo diventasse sempre più basso
e il mare un muro sempre più vicino e appresso.
Per quale irraggiungibile
mi sono incamminato?
Fermati
-mi consigliarono
per il mio bene-
e pianta lì un seme,
un fiore o un albero.
Ma a me smisurata formica
non basta (non può bastarmi)
un filo d’erba per orizzonte.
Più piccola mi è divenuta la casa.
O forse son io diventato più grande.
La stanza mi soffoca come un capestro.
Mi son fermato come volevano.
E ora sono un fiume
che finisce in una pozzanghera.
Un pesce nell’erba
che scambia uno stagno
per il mare in cui spera.
Mentre una primavera mi desta adolescente
ogni mattina.
15-6-2007
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