Ma chi diavolo è? – Belzebù nella letteratura mondiale – seconda parte - | Recensioni | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Ma chi diavolo è? – Belzebù nella letteratura mondiale – seconda parte -

Don Saverio Palluotto
L’Angelo nero raccontato da Saverio Palluotto  ex bidello del liceo Umberto di Napoli
 
      E rieccomi qua,sempre dietro spinta (non troppo forte) di Don Antonio Cristoforo Rendola, a pubblicare la seconda parte su Belzebù. Sapete cosa mi ha detto don Antonio? Mi ha detto:- Continuate pure con la seconda parte, don Savè, visto che non vi hanno vattuto (picchiato) ancora!-
      Dunque…nella puntata precedente dove eravamo rimasti? Ah si…a Teofilo! Teofilo…chi era costui? (‘Sta frase deve averla già scritta qualcuno, ma non mi ricordo chi. Che sia stato Garibaldi nell’ incontro a Teano? Ma no, ma no! Lì avrebbe detto:- Maestà l’Italia è fatta! Mò dobbiamo fa li italiani…-
Comunque cu ‘stu Teofilo nasca…naqua…nacc…insomma nascette la leggenda bizantina del patto col Diavolo. – Senti Diavoluccio…me lo fai un favore se ti vendo l’anima? Mi fai scomparire Montecitorio con annessi e connessi? – E’ 'na parola! – risponderebbe il Diavolo – E quando scomparono quelli? Stanno sempre bene! Co’’na vita media di novantanove anni!-
      Dunque, se non “ero”,  mi pare che questo Teocoli fossa un attore di televisione…No…aspe…non è Teocoli, ma Teofilo. Eppure, appizzando le orecchie, so sicuro di aver sentito dire che ‘sto Teofilo fossa uno che aveva fatto un patto col Diavolo. Quale fossa il patto non lo so bene, ma para che si trattava della solita eterna giovinezza. Para anca che il Fausto di “Gota” si fossa ispirato alla di cui leggenda, alla quale nel 1600 fece riferimento anche “Il Paradiso perduto” di Milton e “il Convitato di pietra” di Molière In questo Convitato di pietra che non so cosa cacchio significa so invece che Don Giovanni, ‘o sciupafemmene, fa finta di ad diventare un uomo di chiesa per potere avere qualche avventura co’ le monache.
-Co’ 'sta pioggia e co’ 'sto vento chi è che bussa a ‘sto convento?-
- E’ un povero vecchierello che si vuole confessar…-
Se, seeeeeeee…Si voleva confessà! Insomma che succede? Succede che un fantasma  lo avverte che presto sarà punito. Infatti, quando arriva la statua del  Commendatore (Chi è mò ‘stu commendatore non lo so, addimannatelo a Rendola) li dice per l’ultima volta di pentirsi, ma  Don Giovanni non se lo fa neanche passare per la capa, così il Commendatore ci da 'na martellata in testa e lo spedisce all’Inferno…’Na strunzata insomma! Il settecento è il secolo più bello! Il prof. Rendola 'na volta mi disse:- Save’, il settecento è il secolo dei lumi!- E io che tanto tanto non avevo capito,  risposi:- Settecento lumi? Uno spreco!-  - Ma no, - disse lui -  In quel secolo nasce “Il diavolo innamorato” il buio protagonista Alvaro, si innamora di Belzebù che si è trasformato da donna, ma 'sta trasformazione, mannaggia la colonna, non è totale e, spoglia- spoglia, il povero Alvaro si trova davanti alla sorpresa finale. E a proposito di finale, finiamola qui si no qualcheduno mi dice che per leggermi si deve pigliare le ferie.  Un saluto dal vostro Saverio Palluotto.
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 4 utenti e 6331 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Antonio.T.
  • Ardoval
  • LaScapigliata
  • ferry