Scritto da © Max - Lun, 11/05/2015 - 13:30
Un urlo scomposto,
dall'accento solitario,
a piegare il verde cupo
un arraffare di meteore
dirette al segno
nella gravità dei consigli
come rovi verso la sabbia.
Poteva vedere il cielo
e le nuvole di ardesia,
fermo il passo senza corsa
a sentire il battito della terra.
Nel campo dei presagi
le ipotesi muovevano i sensi,
l'oasi verde sotto il blu.
Degli occhi, a guisa di faretra,
cedeva il sussulto e la gioia,
fremeva per la sua nuca
a sopportare l'impulso.
E la guardava sorridere
fra le braccia a fatica
percorse dalla voglia
di traversare l'orlo
dei suoi sentimenti.
Poi uno sguardo alla luna
nel bagno della luce.
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