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Il treno

- Che bel sorriso luminoso ha in questo momento, le dice l'uomo di fronte, con cui finora aveva scambiato solo banali frasi di circostanza. Lei rimane basita, non sa che rispondere, quando lui aggiunge - pensa al suo amore?
Ancora più incredibile, riflette lei, e improvvisamente decide di rispondere. Perché no?, si dice. Non lo vedrò mai più, scomparirà dal mio orizzonte fra poche ore, non appena sarò scesa dal treno.
Lui la incalza, chiede - l'ho messa in imbarazzo? E lei raccoglie la sfida, e guardandolo negli occhi, nerissimi, luminosi e belli, risponde - no, non pensavo al mio amore, pensavo ai miei amori.
- Usa il plurale?, replica lui, con tono ironico.
- Sì ho usato il plurale, ribadisce lei, ma stavolta abbassando lo sguardo, perché non vuole che lui la veda troppo sfrontata, pensi chissà cosa, quando non c'è niente da pensare. In fondo non c'è nessuno più fedele di lei, solo le capita di innamorarsi e quando si innamora di qualcuno, non smette mai di amarlo.
- Ma non le sembra un po'adolescenziale, questo plurale? Quando avevamo diciotto anni, allora sì si diceva che l'amore non ha limiti, che non è una torta che se si divide in più fette ne tocca di meno a ciascuno.
Pazzesco, pensa lei, e glielo dice - Lo sa che ha usato esattamente le stesse frasi che usavo io all'epoca a cui si sta riferendo? Comunque no, non mi sembra adolescenziale, mi sembra vero.
- Vero? Magari oggettivamente, sempre come si diceva all'epoca?
- Non so se lo sia oggettivamente, non so che vuol dire oggettivamente. È così per me. Se per lei no, va bene lo stesso.
- Io mi sto separando da mia moglie, dice lui. E prima di lei avevo amato altre donne, ma una per volta, e chissà, magari amerò ancora, anche se al momento mi è difficile pensarlo...
- Allora lei è uno di quelli che dice non ti amo più, ho spento l'interruttore, non c'è più motivo di volerti bene.
- A dire il vero non sono stato io a dirlo, ma la mia quasi ex moglie.
- Mi dispiace, chiedo scusa. Ma il punto è proprio che io non ci credo a questa cosa. Non penso che si possa smettere di amare qualcuno che si è amato.
- No, forse ha ragione. Solo, si mette il silenziatore ai sentimenti, diciamo così, precedenti, perché se forse è vero che si possono amare due persone contemporaneamente, certo non si può vivere insieme a due persone contemporaneamente, per non parlare di più di due.
- Già. Su questo sono costretta a dare ragione a lei. L'amore non sarà una torta, ma il tempo sì. Se lo dò ad uno non lo dò all'altro....
- Bhe, che fa, si arrende cosi'? La pensavo più determinata nel difendere i suoi molteplici amori.
I miei molteplici amori - pensa lei con improvvisa chiarezza - possono essere tali solo perché, a parte uno, sono immaginati. E glielo dice, all'uomo di fronte. E stavolta è lui ad abbassare lo sguardo, ma come se cercasse dentro di sé, come se volesse trovare il modo di contestare quello che lei diceva adesso, come se gli piacesse di più la versione precedente.
Ma prima che possa replicare qualcosa, la voce gracchiante dell'altoparlante li informa che è arrivata la fermata a cui devono scendere.
Si guardano improvvisamente intimiditi, raccogliendo le proprie cose. Scendono dal treno quasi di corsa, salutandosi frettolosamente, andando uno da una parte ed una dall'altra.
Dopo qualche passo lei si volta, intravede il suo trench beige, e pensa:
- Sì, avrei potuto amarlo.
 
 

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