Scritto da © Ezio Falcomer - Mar, 08/06/2010 - 14:52
Ho la lingua e il culo del caprone, quello che si bacia nei sabba.
Sono la poltiglia dei secoli che ha metabolizzato bestemmie, sputi e cadaveri.
E tu dici di amare il mio magma,
la torbida mano che sale le tue cosce,
sconveniente e maleducata.
Sei il mio caos, sono il tuo caos.
Con me ti senti finalmente la collegiale che si bagna felicemente,
molestata dal torbido e lurido satiro,
la Persefone infuocata, redenta dagli inferi freddi,
esaltata da un'estate di Lorca gocciolante sangue d'amarene
lungo seni morbidi e maturi.
In te esercito gioiosamente il mio antiromanticismo,
la pornofilia che si fa esercizio stilistico, scienza applicata.
Mi consegno a te nel servizio d'amore,
la tua estasi è il mio piacere,
sconfinata sinfonia di denti, lingua, cazzo e
affabulazione da lupanare contaminata da lessico trobadorico.
E' bello esser finalmente capiti e accolti,
veder anzi esaltata la propria natura.
Mi perdo nelle tue pozze d'acqua verde che bacia gli scogli,
i tuoi occhi,
malinconica predatrice timida e dall'incrollabile forza di
serpente morbido che s'insinua e alimenta la mia ossessione.
Battaglia di lapilli e strette che levano il fiato,
tenerezza e tortura.
Guardare nel profondo delle nostre reciproche notti
e vedervi sciami di speranza, filamenti di incandescenze,
calda vita di morsi e sfioramenti sottili, magnetici.
Il mio caos, il tuo caos.
Risuonano.
Sono la poltiglia dei secoli che ha metabolizzato bestemmie, sputi e cadaveri.
E tu dici di amare il mio magma,
la torbida mano che sale le tue cosce,
sconveniente e maleducata.
Sei il mio caos, sono il tuo caos.
Con me ti senti finalmente la collegiale che si bagna felicemente,
molestata dal torbido e lurido satiro,
la Persefone infuocata, redenta dagli inferi freddi,
esaltata da un'estate di Lorca gocciolante sangue d'amarene
lungo seni morbidi e maturi.
In te esercito gioiosamente il mio antiromanticismo,
la pornofilia che si fa esercizio stilistico, scienza applicata.
Mi consegno a te nel servizio d'amore,
la tua estasi è il mio piacere,
sconfinata sinfonia di denti, lingua, cazzo e
affabulazione da lupanare contaminata da lessico trobadorico.
E' bello esser finalmente capiti e accolti,
veder anzi esaltata la propria natura.
Mi perdo nelle tue pozze d'acqua verde che bacia gli scogli,
i tuoi occhi,
malinconica predatrice timida e dall'incrollabile forza di
serpente morbido che s'insinua e alimenta la mia ossessione.
Battaglia di lapilli e strette che levano il fiato,
tenerezza e tortura.
Guardare nel profondo delle nostre reciproche notti
e vedervi sciami di speranza, filamenti di incandescenze,
calda vita di morsi e sfioramenti sottili, magnetici.
Il mio caos, il tuo caos.
Risuonano.
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