Scritto da © Ezio Falcomer - Ven, 07/10/2016 - 11:19
Sto scrivendo la storia del mio naufragio. Sono una sequoia dal bicipite molliccio. Lascio passare i pensieri, secondo dopo secondo. Gli dèi primordiali aspettano che io muoia. Scrivere non serve a niente. Come una bava di lumaca. Dare la biacca su un muro. Cerco l'ombra, l'Oscuro. Produco un sfregio. Sono un pellegrino sulla via per Ixtlan. Capisco sempre meno della vita. Nubifragio. Naufragio. Nella mia testa, un ninna nanna dadaista. Metto il caffè sulla mokka.
Conosco l'angoscia. L'essenza del clown. Ho un monastero nel mio cuore. Sono stato partorito da secoli di terrore. Sulla soglia dell'annientamento sono rinato. Vivo fotografando la meraviglia della vita. Sto morendo in questo preciso momento. Sono ingenuo e scafato. Un fallito totale. Un animale. Un trickster.
Reduce della storia. Non ho più boria. Mi piace scrivere perché, ripeto, non serve a niente. Scarabeo stercorario, salto di palo in frasca. Mi nutro alla vena fresca che sgorga dal lupanare del mio cervello. Vivo in un casino di caccia. In un bordello. La mia torre d'avorio è aperta a tutti. Sono un malato in via di guarigione. Ho deposto la rabbia Mi ha abbandonato la foia. Provo gioia. Sono un deficiente. Ho una voglia fetente di scivolare nella vita, di solcarla, fin dentro alla morte. Mi son fatto ogni sorta di illusioni. Reduce. Sopravvissuto. Ero un Puer. Sono un Senex. Ho le vene piene di ogni farmaco. Sono un intruglio di molecole medicinali. Ti regalo parole, semi di girasole, bricolage di emozioni, lucidi deliri, freguglie di gioia.
Conosco l'angoscia. L'essenza del clown. Ho un monastero nel mio cuore. Sono stato partorito da secoli di terrore. Sulla soglia dell'annientamento sono rinato. Vivo fotografando la meraviglia della vita. Sto morendo in questo preciso momento. Sono ingenuo e scafato. Un fallito totale. Un animale. Un trickster.
Reduce della storia. Non ho più boria. Mi piace scrivere perché, ripeto, non serve a niente. Scarabeo stercorario, salto di palo in frasca. Mi nutro alla vena fresca che sgorga dal lupanare del mio cervello. Vivo in un casino di caccia. In un bordello. La mia torre d'avorio è aperta a tutti. Sono un malato in via di guarigione. Ho deposto la rabbia Mi ha abbandonato la foia. Provo gioia. Sono un deficiente. Ho una voglia fetente di scivolare nella vita, di solcarla, fin dentro alla morte. Mi son fatto ogni sorta di illusioni. Reduce. Sopravvissuto. Ero un Puer. Sono un Senex. Ho le vene piene di ogni farmaco. Sono un intruglio di molecole medicinali. Ti regalo parole, semi di girasole, bricolage di emozioni, lucidi deliri, freguglie di gioia.
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