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Tradito a morte

 
m'hai lasciato così
con un dolore appeso alla cornetta
dietro la voce fessa di circostanza
del nano che lo vedo scegliere parole
tra il fumo grigio d'una sigaretta.
 
era inteso m'avresti allertato
non proprio chiamato, non è mai momento
fatto capire senza alcun tormento
che era il tempo per te d'andare
dal tuo padreterno.
 
che me ne faccio adesso del mio pianto
sei freddo lì, spento e quel livido labbro
tagliato su un bel viso bianco
pare calcare come sotto, il banco
dove il legno della bara spunta come croce.
 
si sapeva sarebbe accaduto in questo modo
io via da te ad inseguire minestre
più che sogni, tu seduto alla veranda della vita
a trastullare l'ossa indolenzite
dai colpi che t'hanno dato almen due vite.
 
la prima, spesa al fronte dell'indipendenza
la seconda per fuggire dalla prigionia
correre a casa, quella tua e mia
stanco e ammalato di nostalgia.
E' stato triste il momento, certo
 
immaginai tenerti almeno la mano
e tu sorridermi, anche se mesto
io ricambiarti e baciarci insieme
mentre avrei detto, appena appena un fiato
son fiero d'aver avuto te per seme.
 

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