Scritto da © Ezio Falcomer - Lun, 25/03/2019 - 18:00
Come le viole, amore,
che mi doni abissali silenzi
dal tuo cielo di nebbia e chiaroscuri.
Come le primule, fugaci
e intossicate d'ignoranza,
tu non sai di me,
della mia fulgida senescenza
che sa di cibo avanzato e urina stantia.
Altro tempo ci soffoca e ci rende ignoranti
dei nostri sogni, di noi.
Una gara del dimenticare
in un'epoca ormai avara di carnalità.
Altro e diverso tempo ci consuma e ci avvizzisce.
Altra avventura ancora
ci lega o forse no.
Forse c'è solo biologia
infarcita di neuroni qua e là.
C'è solo il desiderio
nel suo esserci o mancare,
nei deliri che imbastisce.
che mi doni abissali silenzi
dal tuo cielo di nebbia e chiaroscuri.
Come le primule, fugaci
e intossicate d'ignoranza,
tu non sai di me,
della mia fulgida senescenza
che sa di cibo avanzato e urina stantia.
Altro tempo ci soffoca e ci rende ignoranti
dei nostri sogni, di noi.
Una gara del dimenticare
in un'epoca ormai avara di carnalità.
Altro e diverso tempo ci consuma e ci avvizzisce.
Altra avventura ancora
ci lega o forse no.
Forse c'è solo biologia
infarcita di neuroni qua e là.
C'è solo il desiderio
nel suo esserci o mancare,
nei deliri che imbastisce.
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