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torramos in palas pro nos viere menzus (ritorniamo indietro per vederci meglio)

Pedimos e dimandamos
ocros a terra.
chi cando su sentidu accurciu
benidi e a susu t'ispinghede
sos pesamentos,
e a zosso su sonnu,
in d'unu angrone s'istichidi.
issu pompiada a tene a mene
chi semus paris unu/a pizzinu/a
in'intro e foras un'omine o un'emmina.
nos'abigiamos tando chi su tempus a mantesu unu 'ilu,
ma in duas manos differentes,
una este boida a dresta,
s'attera est prena a manca.
ma non bi resesini
a s'istringhere in d'unu nodu.
Proite cada logu
non est prus cus' aposentu.
M'hisorvo e hugo impresse,
pro non perdere sa horza.
Piho drestale e unu lampu i m'acchirade
ma isohonzo su helu vrimmu,
e como proghede ma nois non pranghimos,
semus predas de monte
Chiediamo e domandiamo
occhi a terra.
succede che quando il sentimento
ti viene vicino
viene su ed in alto
ti spinge i pensieri,
in basso il sonno
e poi si nasconde in un angolo.
lui guarda e tiene a mente
che siamo insieme, una/o ragazza/o
dentro e fuori un uomo o una donna.
noi allora ci accorgiamo
che il tempo ha mantenuto il filo
ma in due mani differenti,
una è vuota a destra
e l'altra è piena a sinistra
ma non riescono
a stringersi in un nodo.
perché ogni luogo
non è più quella stanza.
mi sciolgo e fuggo veloce
per non perdere la forza.
prendo accetta
e un lampo che discende su di me
ma disfo questo cielo fermo.
e adesso piove ma noi non piangiamo
siamo pietre di monte 

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