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Nathaniel Hawthorne

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Il 19 maggio 1864 Nathaniel Hawthorne moriva nel sonno, lasciandoci in eredità opere immortali come "La lettera scarlatta".
Si compiono oggi centocinquanta anni dalla morte di Nathaniel Hawthorne, lo scrittore statunitense autore, tra l’altro, de" La lettera scarlatta", romanzo che ha avuto un enorme successo e diverse trasposizioni cinematografiche (nel 1926 quello di Victor Sjöstrom con Lillian Gish e Lars Hanson, nel 1934 diretto da Robert Vignola ed interpretato da Colleen Moore e Hardie Albright, nel 1973 diretto da Wim Wenders ed interpretato da Senta Berger ed infine un film nel 1995 diretto da Roland Joffé ed interpretato da Demi Moore, Gary Oldman e Robert Duvall).
Ed è proprio con dieci frasi tratte da questo romanzo che può essere gradevole ricordarlo.
 
La nostra salute morale e intellettuale ritrae un gran giovamento quando ci troviamo obbligati a mescolarci con individui del tutto diversi, che non condividono le nostre aspirazioni e posseggono interessi e abilità, che dobbiamo fare uno sforzo per poter apprezzare.
 
Il pubblico è dispotico nelle sue reazioni; è capace di negare la più ovvia giustizia, quando gli sia richiesta con troppa insistenza; ma molto spesso concede più del giusto, quando la richiesta venga indirizzata, siccome ai despoti piace, interamente alla sua generosità.
 
Nessun uomo può, per un tempo considerevole, portare una faccia per sé e un'altra per la moltitudine, senza infine confonderle e non sapere più quale delle due sia la vera.
 
La spiritosaggine dei vecchi ha in apparenza molto da spartire con la festevolezza dei bambini: l'intelletto non c'entra, non più di quanto c'entri un profondo senso dell'umorismo; in entrambi, si tratta di un luccichio che guizza scherzoso in superficie e dà un aspetto solare e gaio sia ai rimani verdi che ai tronchi grigi carichi di muffe. Però nel primo caso è veramente sola, nell'altro assomiglia di più a quei fuochi fatui generati dal legno che marcisce.
 
Nella nostra natura c'è però una meravigliosa e caritatevole valvola di sicurezza per cui chi soffre non si rende mai conto con piena intensità di ciò che sta soffrendo nel momento stesso della tortura, ma solo dopo, quando lo raggiunge la fitta del ricordo.
 
Ovunque ci siano un cuore e una mente, i malanni del corpo si tingono delle loro particolarità.
 
Per l'uomo falso, tutto l'universo non è vero, e quando cerchi di afferrarlo stringi un pugno di mosche: è impalpabile. E lui stesso, fino a quando si mostrerà sotto una luce falsa, sarà un'ombra, una cosa che non esiste più.
 
È curioso, ma le persone che hanno le idee più audaci spesso sono quelle che più tranquillamente si adeguano alle regole di comportamento vigenti nella società. A loro basta il pensiero, e non sentono il bisogno di investirlo nel sangue e nella carne dell'azione.
 
È sempre così: un male fatto, simboleggiato da qualcosa o no, diventa una maledizione
.
I bambini partecipano sempre, per istinto mimetico, al nervosismo di chi sta con loro; e in particolare avvertono sempre ogni turbamento o ogni sovversione imminente, di qualunque genere, nella situazione familiare.
 
(dal web)

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