Scritto da © Daniele Alfieri - Sab, 04/06/2011 - 18:46
La mia memoria è fatta a fori e adesso
voglio chiederti suadente i respiri e gli odori
che avevano spesso i verdi fiori di settembre
quando fui intorpidito dal tuo vero lucente.
Chiudendo allora le mie palpebre e cadendo
in un sogno leggiadro, estatico, e proiettando
i miei fari addosso a te, la mia stella tra tutte
le comete e le conchiglie raccolte in un cosmo.
Ed oscillavo pesante dal quotidiano come pietra
gettata sull’acqua, ipnosi d'onde attorno a me.
È lo sterile sogno divenuto reale. Credimi come puoi
ma io non posso vuotare d’azzurro le tue pupille insolite.
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