Ci mancherebbe altro (l'8 marzo di Maria) | Prosa e racconti | Franca Figliolini | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ci mancherebbe altro (l'8 marzo di Maria)

1. Maria si sveglia alle sei, come ogni giorno. Prepara la colazione per i ragazzi (Andrea e Alberto, 19 e 17 anni) e per il marito. Poi pensa a qualcosa per il pranzo, perché lei non torna a casa dal lavoro per la pausa, mentre loro tre si. Poverini, spesso si arrangiano con qualcosa di freddo, ma lei non è contenta di questo, vuole che abbiano il meglio. Per fortuna stamattina non deve stirare, l'ha già fatto ieri, così puo' fare il sugo (certo l'odore di soffritto alle sei e un quarto di mattina non è il massimo, ma tant'è) e preparare lo spezzatino con le patate.
 
2. Si veste in fretta mentre sorseggia il caffè bollente, gliene cade un po', pulisce: già che c'è lava per terra in cucina. Ieri i ragazzi hanno invitato gli amici per una spaghettata: lei gliel'ha preparata, ma se sono andati all'una, così non ce l'ha fatta a pulire, dopo. Si trucca, si pettina, si mette in ordine, che il capo la vuole sempre a posto. Ed ha ragione, certo! Ci mancherebbe altro... Alle sette è pronta: lei, la colazione e il pranzo.
 
3. Mette su un altro caffè e quando è fatto lo porta al marito e ai figli. Andrea e Alberto la accolgono col consueto: "A ma', che palle! E facce dormi', no?". Eugenio le chiede se ha stirato la camicia che intende mettersi oggi. «Quella a righine blu? Si, caro, è venuta perfetta!». «Stai proprio a diventa' vecchia, me sa», replica lui, «t'avevo detto quella a righine azzurre. Ma va beh, oggi è la festa della donna... famo che non importa». Com'è caro, Eugenio... sempre pronto a trovare una scusa per perdonarla dei suoi stupidi errori. È stata fortunata a trovare un uomo così.
 
4. Un bell'uomo anche. Nel pieno della maturità. Non come lei che ha più di cinquant'anni. Quando si erano conosciuti erano coetanei, anzi, lei aveva un anno di meno: adesso, lui è un uomo maturo, lei una matura signora. Anche se si cura, sta sempre a dieta, fa ginnastica (a casa, non in palestra: mica può sprecare così i soldi), non puo' non notare la differenza con le regazzette che fanno girare la testa al marito e ai figli. E allora, è ovvio che lui non la tocchi praticamente più, la consideri una sorta di complemento dell'arredo. Che dovrebbe fare, poveretto? Chiudere gli occhi e fare finta di niente? Ci mancherebbe altro...
 
5. Maria sospira, sorride ad Eugenio (non c'è niente come un sorriso per tenersi un marito, le diceva sempre sua madre), ed esce. Fuori, il solito traffico. Prende l'autobus, perché la seconda macchina ormai la usa sempre Andrea, il primogenito. Non lo si può far sfigurare con gli amici. Ci mancherebbe altro... Così lei adesso ci mette un'ora e un quarto per arrivare al lavoro, cambiando tre mezzi. Ma non importa, purché i suoi uomini siano felici! Alle nove timbra il cartellino e si siede alla sua scrivania. Oh, che carino il suo capo! Le ha fatto trovare un rametto di mimosa. Di quelli che vendono gli extracomunitari ai semafori e costano un euro, già appassiti dalla notte dei tempi. Ma è il pensiero che conta, no?
 
6. Il suo capo, il dottor Santini, le ha lasciato anche una serie di pratiche complicate da sbrigare. Dovrebbe farle lui, non sarebbero competenza di Maria. Ma a lei piace. Guadagna la metà del suo capo, s'intende, ma d'altronde, si sa: noi donne non siamo fatte per la carriera. I figli, il marito, ci impegnano troppo. E poi le mestruazioni: ogni mese, tre giorni in cui non si è al massimo dell'efficienza. Non che sia un problema di Maria, lei ormai è in menopausa. Ma tant'è. Si mette a testa china a lavorare, fino a subito prima della fine della giornata lavorativa, quando il dottor Santini arriva in ufficio e la convoca nel suo studio.
 
7. «Ha finito, Maria?» «Si, dottor Santini, tutto fatto. Grazie delle mimose, dottore. È sempre così gentile lei» «Niente Maria, si figuri! Lasci qui tutto, che poi ci penso io a controllare». Il dottor Santini le dà la consueta pacca sul culo per congedarla. Lei come sempre arrossisce, ma non dice niente. Come sempre. D'altronde lui non si è mai spinto più in là. Ci mancherebbe altro... È stato sempre corretto. Maria si sente fortunata ad avere un capo come lui. Ne ha sentite di storie! Certo, non l'ha mai messa in regola, e quando è rimasta incinta, tutte e due le volte, l'ha mandata via per tutto il periodo della maternità. Ma che doveva fare poverino? Gli serviva una segretaria! D'altronde, noi donne vogliamo lavorare, ma dobbiamo renderci conto che ci sono delle differenze!
 
8. Maria torna a casa. Sul tavolo ci sono i resti del pranzo. Devono aver gradito, non è rimasto niente, a parte i piatti sporchi! È contenta, Maria, le dà soddisfazione che apprezzino la sua cucina. Comincia a preparare la cena canticchiando. Vuole fare qualcosa di speciale per la Festa della Donna! Che so: un dolce, una pasta al forno. Sta guardando il libro di cucina (non c'è niente come una buona ricetta per tenersi un marito, le diceva sempre sua madre), quando chiama Andrea. «A ma', stasera non venimo. Annamo a fa lo striptis pe' 'n po' di regazzette assatanate!». Sono dei così bei ragazzi, i suoi figli! Non c'è da stupirsi, che li chiamino. Dopo cinque minuti il telefono squilla di nuovo. È Eugenio. «Marì, me dispiace. Ma stasera faccio tardi al lavoro. Nun m'aspetta', m'arricommando.» Lei sospira, ma non dice niente. Il lavoro è lavoro. Le era sembrato di sentire in sottofondo un po' di musica e delle risatine femminili. Ma sarà stata la radio...
 
E va beh, vorrà dire che resterà da sola, come quasi sempre ormai. D'altronde, mica vorrebbe che i figli non si divertissero o che il marito non fosse solerte sul lavoro. Così, rimette a posto in cucina, si prepara un panino e poi ne approfitta per stirare la camicia con le righine azzurre. Mica vorrete che domani Eugenio esca un'altra volta senza la camicia che voleva? Ci mancherebbe altro...
 
 
 

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