Scritto da © Anonimo - Dom, 01/08/2010 - 10:45
C’era un motivo prima, quasi un malaffare,
come antecede l’alba la pomposità di ladri.
non c’entra che: nascesse il mondo oggi lo segreterei
con le tue impronte!
ma quelle calze… dio, che porfido hai per gambe!
Quel lungo dito fa da molo all’ansia
quando indichi il minuto in cui infrattarsi
quieti.
Traggo ansimi dal tuo invito: temo l’impotenza.
sarà per tante volte che ho mancato? Incastro:
dio, che sventola il tuo seno! terradisiena in petto.
ti camminerei scalzo… ad oncia mi pesa
lo svenimento.
Non parlai d’altro sulla soglia. ripetevo
l’umido e il silenzio. ti lascio sugli zigomi
come dopo tante gocce. la mano
scorribanda nei saluti. Dio, che appiglio
ogni tua grandine di t’amo!
C’era un motivo prima, e intanto tremo.
su quale scranno di navata
si poggia un fallimento?
»
- Blog di
- Login o registrati per inviare commenti
- 924 letture