Erba | Poesia | Dylan | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Erba

E' la vita che ti tiene in una morsa terribile,
(non giudicatemi)
sono schiavo delle mie ossessioni.
(Fossi nato nelle lontane terre dell'Africa,
o semplicemente milioni di anni or sono).
Conoscere la fame
ogni volta che varco quella porta,
la notte tardi, solo il fruscio
delle mie vesti e il battito del cuore
e delle suole sul selciato e la campagna
e la pace della Natura che sembra rimproverarmi.
Non vedi? Non vedi come i tuoi tumulti mi rendono
indifferente? Io sono l'Indifferenza.

Avete già storto il naso, non è vero?
Sento latrare l'infamia, sento il vostro sangue che giudica.

 

E il creatore ci creò forse da un'emozione,
perchè sembra che questa sia
la maledizione dell'uomo: sentire e poter giudicare,
sentire e poter giudicare e distinguere.
Sembra che la maledizione umana sia saper distinguere
il Bene e il Male e ignorarli al contempo. (Qual è la direzione?)
Intanto lascio persone, abbandono cuori, forse inutili
e il tuo cuore è un punto di domanda nel mio.
Intanto le vene pulsano l'inerzia dell'estate,
si fanno sentire ed anch'esse giudicano, giudicano
in modo ancor più orribile.
 
 

Così la stirpe è maledetta, e il mondo è maledetto
e ci si rifugia in te, oblio, dolce sonno moribondo.
E bisogna in te lasciar tutto, e l'Amore che logora
e la noia sovrana del tempo e l'isteria del mondo.
L'isteria del mondo. Un sordido bordello che nulla
ha più da vendere se non le proprie sciagure,
e le infezioni, e alla Morte paghi il conto alla fine del giro.
Una latrina sporca e infestata da demoni, le urla,
il fragore di coloro che sussurrano,
le onde del mare che infrangono la mente e il cosmo
nella sua musica perigliosa.
 

Tu. Amore. Potevi guardarti meglio attorno. Anche nelle latrine
c'è un cantuccio meno sporco e l'Amore regna
anche nei bordelli. Ma io, lo so, sono un grande fingitore.
E la colpa è mia (ecco ancora il sangue che giudica,
lo sentite? Esplode. E' una nuova energia distruttrice,
mi distrugge l'anima e la vita trema sotto di essa)
La colpa è mia, che grand' attore che sono!
Ho preso la vita come un' inutile commedia, ma le risa
sono ancora lontane e il comico, in realtà, è la persona
più triste. Tu avresti potuto prenderla con più serietà
e goderla con qualcuno che te la portasse a braccetto,
che potesse illuminartela ogni giorno di più.
Io non sono sicuro nemmeno di me stesso. Non conosco chi abita
questo corpo, in realtà.
 

Ho paura.
Non pensavo di poter sentirne così tanta già adesso. Penso
che sarà breve, e il buon Dio mi ha dato
l'opportunità di mangiare fango molto prima
e di conoscere già ora che non è una commedia, nonostante
io sia un bravo regista. Non lo è. E non puoi far ridere
con una tragedia. Sono mie le risa che sento, non del pubblico
(che poi la sala è vuota, questo lo so, e le poche persone
sono registi anche migliori di me.)
E' opprimente il sole, non è vero? L'afa ha quel sapore di morte,
l'afa il buon Dio l'ha regalata per farci sentire la morte.

E' opprimente il cielo, non è vero? Guardatelo! E' una cappa,
una crema cerulea che soffoca. Eppure è spazio infinito.
Dov'è il concetto d'Infinito quando si ha paura?
 

Non mi va di essere di questo mondo.
Non mi va di vivere in città deboli, asserragliato
in deboli classi sociali, con deboli certezze. Sento
la rovina. Faccio il punto ma l'eternità non ha punti,
e nonostante Tutto non sia eterno, dà questa impressione,
ed è un' impressione terribile.
E' l'impressione che alla fine si prende gioco di te, e l'oblio
non ha impressioni se non quelle
di un altro mondo. Ed è nell'altro mondo che io voglio vivere
(che poi sia in realtà solo la negazione di questo,
è cosa da poco, è cosa da poco.)
Il ritmo poco chiaro del cuore, la marcia militare della
società (che ti chiede forse una partecipazione
che a me non interessa, non interessa, ma non la chiedono,
la pretendono, da quando sei nato.)
E si parla anche di Libertà.
 

Dove?
Qui? E nel momento in cui si nasce non ci si trova, alla fin fine,
imprigionati? Lasciateci in una radura desolata,
o sul mare in bonaccia, o nel caldo deserto, o sul letto
fatato del fiume, o tra i fiori e i papaveri sanguinei in un campo
sterminato. Questo è nascere.
Il vostro nascere è morire. E' troncare la Libertà come si tronca
un cordone ombelicale, è condurre un illuso in un vortice
di polvere, è spingere un cieco fino all'orlo del burrone.
Amore, mi chiedo se tu sia libero. O se tu ti renda conto di non esserlo.
E sbaglio, io sbaglio e tu sbagli ad avermi e a sapere tutto questo,
non si dovrebbe sapere tutto questo.
Non ho diritto di rovinare il tuo oblio.
Io il mio oblio me lo sono cercato, Amore.
Non riesco, come te.
 

Le persone sono deluse. Io le deludo.
E hanno ragione, naturalmente, io non ci sono per storie d'amore
(che non sia la nostra, Amore, ma la nostra è diversa,
il tuo cuore è ancora un punto di domanda nel mio.)
Le persone sono deluse e il loro oblio è tale da essere
tristi, come fossero delusioni importanti, come fossero
motivi per non vivere.
Di quelli più atroci, ne ignorano l'esistenza. Più atroci
dell'afa e dei baci e degli amori e di tutta la merda del
Mondo. Ascoltate:
tutto è perso nel buco del tempo. Cercare l'eternità è possibile
(altri l'hanno fatto) ma è vano. Tutto è perso nel buco del tempo.
Nessuno ricorderà.
E' come un lungo pozzo nella terra arsa che viene scavato, e scavato,
e scavato ancora e quando ci sembra di aver vinto
l'eternità, il pozzo s'inabissa ancor più velocemente e tutto è perso.
Quando il pozzo sbucherà nel polo opposto
della terra, allora anche esso sarà perso e anche l'eternità
sarà vana.
 

Non giudicatemi.
Le mia vene mi infliggono già troppe punizioni, sono un corpo
straziato, non servono le vostre.
Ma se volete, sfogate pure la vostra rabbia e io sfogherò
la mia.
Ma non giudicatemi, vi prego. Siete pur sempre uomini.
Queste cose, voi, le sapete bene.
Che rimangano sopite, è cosa migliore.
Anch'io le relego nel fondo della mia mente ma è un poco
più difficile per me (sono nato forse troppo libero e le regole
mi stanno più strette che agli altri
ed è per questo che ne ho paura. Chi non ha paura
delle regole è nato meno libero)
Ma è l'estate che esplode? E cosa faccio qui, ora?
Ma è l'odore dell'erba che mi inebria le labbra?
 

Anima
puoi specchiarti solo nella Natura e in essa fonderti.
Hai paura?
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 2 utenti e 2951 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Francesco Andre...
  • Ardoval