Scritto da © erremmeccì - Sab, 23/02/2013 - 15:52
Nel lunghissimo viaggio
che ogni anno
ci portava in treno
verso colline fitte di viti
verso estati del nord
dall’aria immobile
ronzante d’insetti
nell’afa pomeridiana
un desiderio
occupava il cuore
prima ancora della partenza:
bearmi della luce incerta
dell’alba
“aurora dalle rosee dita”
colta con occhi pieni di sonno,
attraverso i vetri spessi
del finestrino.
Ne ho viste
di albe
negli anni che
da allora
sono passati!
Albe d’insonnia
albe
ancora
di viaggio
albe di giorni
faticosi e felici
- stretti in cinque in un’auto
facevamo futili chiacchiere
cantavamo talvolta
e piogge battenti sfidavamo
e chilometri
ogni giorno
incontro al tempo che
impercettibilmente
passava -
Anche in questa mattina
di freddo e nitore
l’alba tinge
man mano
spazi sempre più ampi di cielo
e d’acqua
ritaglia losanghe di luce
sul muro di cinta dell’antica villa
al di là della strada.
Riprendiamo
le occupazioni di sempre
consolati
dalla percezione viva
del nostro essere
al mondo.
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