Scritto da © erremmeccì - Mar, 13/11/2012 - 17:18
È triste
contemplare
l’immobilità di una vita
imprigionata nella gora
stagnante
di un’improbabile infanzia,
inutile baluardo
al timore di essere.
Un’acqua fresca
e viva
un ricciolo almeno
di vento
vorrei potesse irrompere
nella palude solitaria
dei tuoi giorni
spingerti forse
fuori dall’ombra
verdastra
delle canne e delle lunghe
avvinghianti radici
che ti impediscono di sfuggire
a te stessa.
Come una mosca
imprigionata in un bicchiere
capovolto,
per quanto tempo ancora
sbatterai
le fragili ali
contro la trasparente
crudeltà del vetro ?
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