Scritto da © Ezio Falcomer - Mer, 08/08/2018 - 06:20
Il cortocircuito
del cielo in tempesta,
della grandine.
E la gioia marina
del vento elettrico della sera,
nato dalla bolgia estiva.
Tutto mi porta lontano,
in un bolso arcipelago di ricordi.
Tutto si rivela pieno di senso,
come un logos o un dharma.
Tutto è.
Sinistro
e, allo stesso tempo, soffice
a penetrarlo. Denso
di guarigione.
Volo e son pure un verme
imbevuto dell'alta
cucina dell'humus.
Mi strozzo,
faccio gargarismi,
sono un corpuscolo
di tempesta interstellare.
del cielo in tempesta,
della grandine.
E la gioia marina
del vento elettrico della sera,
nato dalla bolgia estiva.
Tutto mi porta lontano,
in un bolso arcipelago di ricordi.
Tutto si rivela pieno di senso,
come un logos o un dharma.
Tutto è.
Sinistro
e, allo stesso tempo, soffice
a penetrarlo. Denso
di guarigione.
Volo e son pure un verme
imbevuto dell'alta
cucina dell'humus.
Mi strozzo,
faccio gargarismi,
sono un corpuscolo
di tempesta interstellare.
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