Scritto da © ferdinandocelinio - Mer, 10/07/2019 - 23:20
sperimenta nel vociare della conversazione, l'oltre
lì dove lo starsene seduto con gambe accavallate sorseggiando il drink
equivale ad ascesi
non ti mischiare al borghesismo, al contrattualismo e al profitterol
ma comprendi l'abisso che intercorre tra dire e parlare
*
sto traducendo la follia.
intento nella mappatura gerogriflica della sua pergamena
io profetizzo la mia salvezza.
è una gaia responsabilità dare voce
alla meccanica che mi ha fatto penare
all'inconosciuto, allo psichico in quanto magma inesaudibile dell'emozione
com'è che si fanno folli gli uomini?
Platone, anticipando Nietzsche, attribuiva questo alla creatività,
ma io che sono stato parlato dal linguaggio della follia
vi dico che ciò è limitante.
è vero che gli uomini folli sono in diversa misura padroni del metaforico,
ma in egual misura è bene considerare
come l'indifferenziato non parli nel solo momento creativo
ma invada il campo, rendendo chi ne è parlato, in balia dei significanti.
la tecnica scientifica (la vera follia di questi tristi tempi)
offre a partire dalla causa una soluzione, la ricetta,
ma fu quel marinaio che sportosi dal suo peschereccio in mezzo al mare disse:
"neanche le braccia di Dio sono così lunghe da poterlo abbracciare tutto".
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