Scritto da © Manuela Magi - Dom, 09/05/2010 - 22:18
Sottile,
come filo di riverbero
il silenzio sussurra dietro un'ala.
Muove i cirri
sul pianale d'infinito,
si corica , distende il suo ghermire.
Percepisco il frullo di gabbiano
-solitario-
sullo scoglio che riposa
mentre l'onda indiscreta sopra il mare
fende l'occhio,
ed è come morire.
Si rincorrono i nembi all'orizzonte
descrivendo colline di corallo
sul tramonto quando piega il pomeriggio
e le ombre disegnano poi la notte.
La salsedine imbianca la mia pelle
imperla i relitti tra i capelli
con la luna che si immerge dentro l'acqua,
ondulata sorridente eterna Musa.
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