Scritto da © nello vittorio - Mer, 25/01/2012 - 21:32
Col nodo in gola,
spezzato il cuore,
tremante di sconforto
e di paura
su incerto legno
con acque minacciose,
turbolenti
sferzanti i fianchi
esule desolato
strascicante va.
Trepidante alfin
su sconosciuto suolo
approda
e pausa che generoso
cuore ad esso va.
Or se l’umanità
fosse men cruda
e se un poco d’amor
tenesse in cuore
né tu, né io e nessuno
terremmo corpo
e anima a digiuno.
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