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Gelato e amore

Era un piacere per me sedermi al bancone del bar dove lavorava Maria. Sceglievo lo sgabello più a destra, quello vicino alla cassa, dove volente o nolente Maria doveva passare più tempo.

Mi piaceva fissarla mentre lavorava.

Maria era così...così...abbondante. Speravo sempre che indossasse una di quelle canottiere di raso col giro spalle ampio. Con quelle potevo intravedere un po' del suo seno prosperoso e molto delle sue spalle lisce e rosee. Dopo di che lo sguardo ispezionava altrove. Accarezzavano il suo viso, i suoi occhi neri, le sue labbra...

Le labbra ...così carnose e morbide, chissà che sapore avevano, con quella forma perfetta che parevano disegnate.

Prendevo sempre una coppa di gelato. Quella da duemila lire. Non era grande, ma io la mangiavo piano piano cercando di farla durare più che potevo. A volte avevo l'impressione che Maria fosse infastidita dalla mia presenza, di quell'appuntamento giornaliero che suo malgrado doveva avere con me. O forse era solo l'imbarazzo ad avere un ammiratore tanto pressante e tanto acerbo come lo ero io.

Ma non potevo farne a meno, dovevo vedere Maria, sedermi a qualche centimetro da lei, sentire la sua presenza e il suo profumo di mughetto dolce. L'età era d'adolescente ma i sogni erano da adulti.

E poi quelle labbra...Me le sognavo anche di notte. Immaginavo di comprimere le sue labbra dalla forma perfette sotto il peso delle mie. E lei dopo il primo bacio mi avrebbe detto : ” Ma lo sai che baci proprio bene “. Ma il mio sogno non gli avrebbe permesso di fargli finire neanche quella frase e si sarebbe scagliato di nuovo sopra quei bordi intrisi di miele in quel sapore di donna fatta.

 

Un giorno capitò che il solito gelato alla nocciola avesse un gusto strano. Così chiesi

se non fosse andato a male. “ Ma che dici sciocco “ , mi rispose “ Fammi sentire “. Mi sfilò il cucchiaino di mano e lo immerse nella mia coppa e l'assaggiò.” Ma che dici è buonissimo “. Poi fece per immergerlo di nuovo nella coppa, si fermò e disse :” Oh non avrai mica schifo? Altrimenti te lo cambio “

Schifo ?!! Schifo!? O mio Dio altro che schifo...era come baciarla !

“ No, no... non sono schifiltoso “

Ma la mia carne già bruciava, il mio sangue ribolliva al solo pensiero che qualcosa che era entrata nella sua bocca sarebbe entrata nella mia.

Maria si girò e vidi che il suo profilo si compresse in un sorriso.

Forse aveva capito !? Forse l'aveva fatto a posta !? Forse gli piaceva avermi li !? La mia mente inizio a ingarbugliare pensieri su pensieri, e si mise a tessere storie dalla trama passionale.

Tant'è, io vissi quella situazione come la mia prima esperienza erotica con una donna. E quella donna era Maria .

 

Oh Maria, Maria...sarei rimasto a quel bancone ogni giorno della mia vita. Il tuo volto, quel profumo di mughetto, l'aroma di uova e di gelato, e quelle labbra... Quelle labbra portavano diritto in paradiso.

 

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