Ogni notte si lasciava
attraversare dal vento,
inerte, come un muro
su cui attecchisce edera.
Non le bastava il ricordo
dei suoi occhi,
no, non le bastava.
Voleva ritrovarne le gesta,
vederne i capelli che
assorbivano la rugiada,
percepirne ancora il calore
quando l’alba risvegliava
ogni ruga della pelle.
Voleva che quelle risa,
ormai increspate nella mente,
tornassero alla realtà.
Così partì con la pioggia,
percossa come l’edera,
i capelli sciolti
incanutiti dal tempo ed
increspati dal vento delle onde
in cui i suoni giocavano
a nascondino e lì,
nel silenzio del fondale,
la sua mente, forse,
ritrovò tutto il resto.
L’alba era lontana e
no, non le bastava
il ricordo dei suoi occhi,
no, non le bastava.
Hanna
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