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La limousine... un sogno... erotico...

... sapeva che raccontare a lui il sogno erotico avrebbe avuto un risvolto delizioso, si perché il loro legame era così profondo e sentito che ogni suo desiderio, non rimaneva tale troppo a lungo e lei di questo ne era amabilmente consapevole.
Al tavolo del raffinatissimo ristorante teatro del loro ennesimo incontro lei gli confidò il sogno che si era prepotentemente presentato nella sua mente la notte precedente, gli parlò di Limousine, di quanto gli sarebbe piaciuto fare l'amore all'interno di quella vettura prestigiosa, magari sfrecciando in una superstrada ma sarebbe stato ugualmente eccitante anche il traffico cittadino... sarebbe stata un'emozione nuova... ma destinata a restare un sogno, loro non possedevano una macchina del genere.
Lui si alzò da tavola con un pretesto banale, la lasciò sola per qualche breve minuto e tornò al tavolo con un sorriso malizioso che era tutto un programma, ma lei non osava minimamente sperare che ancora una volta lui sarebbe riuscito a realizzare i suoi desideri.
Alla fine del pranzo quando lui chiese il conto, sembrava che i suoi sensi fossero rapiti da una strana sensazione, una luce negli occhi tradiva l'eccitazione del suo sguardo e lei non riuscì a spiegarsi a cosa fosse dovuta, sapeva di fargli uno strano effetto, che anche lo sfiorarsi a vicenda le mani procurava in loro delle emozioni intense, dei fremiti di piacere che percorrevano la schiena come fossero carezze ... ma non riusciva minimamente a spiegarsi la luce dei suoi occhi, quegli occhi azzurri come il ghiaccio che erano stati capaci di farla innamorare al primo sguardo.
Appena uscirono dal ristorante lui si fermò per ammirare lo sguardo di lei quando vide la Limousine nera parcheggiata a lato... "Tu non....come hai fatto?"
Lui fece cenno all'autista che scese per aprire la portiera, lei salendo si lasciò scivolare lungo quello che doveva essere un chilometro di morbida pelle e lui salì dopo di lei.
Il pannello che li separava dall'autista si aprì: "dove signore?"
"Ci porti in giro. Vogliamo vedere il paesaggio."
"Bene signore" , il pannello si chiuse con un soffio.
Non appena l'auto partì, lui prese una bottiglia di Champagne dal mobiletto...
Vogliamo bere? propose.
Un goccio non farà male, disse lei ammirando la maestria con cui lui stappava la bottiglia, i bicchieri non servivano, vieni a prenderla, sfidò lui bevendone un sorso. Lei lo baciò e sentì sulle sue labbra il gusto del vino frizzante, non contenta, gli insinuò la lingua tra le labbra e assaporò fino in fondo un lungo bacio allo champagne. quando si staccò da lui, gli tolse di mano la bottiglia.
"Ora tocca a me"
Lui la guardò riempirsi la bocca e protendersi verso di lui, ma quando fece per abbracciarla, lei si divincolò e cominciò a spogliarlo, quando gli ebbe denudato il torace, bevve un altro sorso e gli passò la lingua su un capezzolo e poi sull'altro, contenta di sentirlo fremere e sollevare i fianchi. Un altro sorso e questa volta cominciò a stuzzicargli provocatoriamente l'ombelico.
Oh no, gemette lui.... mentre lei gli slacciava i pantaloni e glieli abbassava sui fianchi insieme agli slip. Un altro sorso e prese a torturarlo amabilmente con la bocca fredda e piena di bollicine, lui sobbalzò e lei lo tenne fermo e continuò finché lui non raggiunse il punto di non ritorno, l'attimo dell'erezione perfetta e consapevole di voler sentire dentro di lei la sua mascolinità lascio che lui si impadronisse di lei, in pochi istanti entrambi persero il controllo, lei raggiunse l'apice del piacere per prima, lui la seguì un attimo dopo, fu un'esplosione di luce e colori e sfiniti si abbandonarono ad un abbraccio che avrebbero voluto non terminasse mai perché solo restando abbracciati in quel modo loro erano padroni del mondo, dei loro desideri, dei loro sogni.....
 

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