Scritto da © Capuàno - Lun, 16/08/2010 - 06:13
<Ballata allegorica di San Dana e metafora della vita: a E. Lee Masters passando per Fabrizio de André>.
L'uomo che scopa ama molto la gente,
gioca sempre alla vita e a una morte indecente;
ma la morte lo teme, ha paura di lui,
perchè semina gioia o un qualcosa di cui.
Chi allevava bambini e guardava le mucche,
ha infilato tabacco e confuso le zucche;
resta ancòra confuso tra una linea e una retta,
lui vorrebbe una storia che non sia maledetta.
L'uomo che canta e meglio racconta,
dice parole brucianti alla gente che conta;
lui, ultimo aedo, adora la terra,
quella che il mare lambisce, la "sua serra".
E quando morranno, seppeliteli là,
tra ondeggiare di biade e fumi alti e lenti,
tra ulivi frondosi e contadini perdenti!
Perchè...evviva la morte, ma la morte non vive
se non quando la vita si decide a lasciare;
resta comunque un'idea: sarà ben valsa allora
la NOTTE e la sua pena!
Era il 29 gennaio 2004
da "ESTATE 2005 e dintorni" - di Anònimo Capuàno
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