Stoner di John Williams | Recensioni | Nadia Vicari | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Stoner di John Williams

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Affermare che "Stoner" sia un gran bel libro, è senza dubbio riduttivo.
E' qualcosa che non ti aspetti, è l'intera vita di un uomo qualunque e ordinario, che vive un'esistenza piatta e anonima. Un uomo sottomesso in casa e sul posto di lavoro, in parte privo di ambizioni e desideri. Eppure coinvolge, stravolge e commuove.
Fra tutti i libri che ho letto, è sicuramente uno dei pochi che, arrivata all'ultima pagina, mi ha fatto dire: "questo è un libro che merita di essere riletto."
Domani lo riconsegneró in biblioteca, ma presto ne acquisterò una copia tutta mia, perché un libro così non può mancare nella mia libreria. 
Un libro degno  di entrare per diritto fra i classici della letteratura. 

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William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron)

 

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