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Nella valle

Forse era giunto il tempo di chiedersi il perché dei tanti interrogativi che gli erano apparsi nella mente ma che mai aveva preso in esame. Era arrivato il tempo del bilancio? -si chiese-, o era meglio rimandare, come altre volte aveva fatto? Una selva buia la sua vita, dai sentieri irti, e dagli anni che spesso avevano nascosto il levar del sole; non soltanto ai suoi occhi,
 
bensì anche a quelli che avevano vissuto con lui. Provò un senso di disgusto per il suo vissuto, tale che forse la morte stessa gli sarebbe apparsa come una salvezza, o come un'isola dove il naufrago derelitto avrebbe approdato. Era però refrattario di fronte a qualsiasi cosa che lo conducesse a ritroso nel passato, per il grave timore di prenderne consapevolezza. Provava una stanchezza profonda, mentre si sentiva obbligato a far i conti con questa realtà, della consapevolezza appunto. Pareva che nulla lo avrebbe potuto salvare da questo evento: tempo di verità -si diceva-, tempo del ripensamento, tempo dell'espiazione. Ma il suo cuore ne soffriva, gravato dai pesi che ancor bene non riusciva a identificare, a nominare, a concretizzare.
Un barlume di chiarezza arrivò un giorno, mentre scendeva il versante di una valle e il sole nell'azzurro faceva fuggire dall'orizzonte alcune nuvole bianche. Riuscì a sentire che la paura della conoscenza allentava la morsa, nel lago salato del suo cuore, e apriva una strada, dove avrebbe potuto passeggiare con un cuore più leggero. Continuò a scendere dal pendio ripido; ogni tanto si fermava girandosi all'indietro per osservare se i nembi scuri che coprivano la vetta della montagna che si era lasciata alle spalle, si allontanavano. In fondo alla valle una fitta nebbia oscurava ogni cosa. Ebbe un tremito di paura e si chiese, dove stesse andando e qual era la strada da seguire. Era sceso dalla cima della montagna gravata da fosche nubi grigie, si era rasserenato guardando il cielo limpido e ora... un inestricabile manto di nebbia stava coprendo la pianura, dove avrebbe desiderato camminare, togliendogli la possibilità di vedere... di scegliere. Si sedette su un masso in preda al terrore. Si mise a piangere e, quando rialzò la testa, vide che davanti a lui si stagliava la sagoma di una figura nera. Sembrava sbarrargli il passo e il suo ghigno era terrificante. Riuscì a guardarla in volto, mentre le forze lo abbandonavano. Aveva un viso d'ossa bianche e una lama lucente nella mano destra.
-Ti stavo aspettando, vieni!- sentì dire dalla nera signora.
Furono le uniche parole che riuscì a percepire prima di addormentarsi.
Proprio in quel momento la cima della montagna apparve sgombra e pregna della sua maestosa bellezza, mentre il cielo più terso che si fosse visto da molto tempo a quella parte, le accarezzava i versanti, vestiti di un verde splendente.

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