Scritto da © Nievdinessuno - Dom, 19/02/2017 - 12:26
Sapevo trascendere,
mettere all'angolo i significati
e piangerli
come un bravo padre
giunto all'amore
quel tempo
in cui disarmare
era una parola
che aveva il sapore
di un amaro lustro.
Era difficile
allegare alfabeti
al labbro,
alla vertigine assolta
con una preghiera.
Pendere era credere
a un balzo
edificato per non cadere
nelle trappole, nelle mine
di uno schizzo senza involucro.
Ma non importava,
se tramare storie
aveva un prezzo
in ragnatele,
anche il disegno
aveva un peso
appeso a un filo.
L'unico modo
era compilare
una vibrazione
che colpisse nel vuoto.
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