Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 30/04/2016 - 12:22
Dai nidi legnosi
cellule pulsano
le spinte domate
nel vento che fa eco,
idioma è la pelle,
al senso cuce
i ricami e le piume
strappate in un balzo
verso il suolo,
un tessuto dolente
sulla carne e sul cibo
di qualche stornello
seduto sul ceppo di un temporale,
a solo stona
gemito sviscerato
dal tendine di una vita,
sonata che slaccia
d’ombra note
plana sorda
in un cenno alle stelle,
rotola d’inverno
come equilibrio vibrante,
e tra le vene
sotterra
foglie di ficus,
linfe d’anima
sconosciute alla terra,
e tutto smette di essere
in modo orizzontale
un volo per pochi.
cellule pulsano
le spinte domate
nel vento che fa eco,
idioma è la pelle,
al senso cuce
i ricami e le piume
strappate in un balzo
verso il suolo,
un tessuto dolente
sulla carne e sul cibo
di qualche stornello
seduto sul ceppo di un temporale,
a solo stona
gemito sviscerato
dal tendine di una vita,
sonata che slaccia
d’ombra note
plana sorda
in un cenno alle stelle,
rotola d’inverno
come equilibrio vibrante,
e tra le vene
sotterra
foglie di ficus,
linfe d’anima
sconosciute alla terra,
e tutto smette di essere
in modo orizzontale
un volo per pochi.
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