Scritto da © Massimiliano - Mar, 24/07/2012 - 11:35
E poi accade –
La tela si sfilaccia tra ricordi mollicci,
tutto il tempo che passa
e che non è passato
e che diventa tempo che non passerà mai
di conti ancora non pagati,
crediti che si travestono da debiti,
debiti che diventano incubi,
incubi che ti fottono il tempo libero.
E poi accade –
Che ti trascini senza direzione,
come uno scarafaggio
ma un po’ meno fortunato,
o una mosca
o un ragno o una formica e
mai come un gabbiano.
Eppure due gambe niente male
bastano a risollevare il morale,
almeno fino alla prossima
scadenza – chi si è mai chiesto
perché esistono le scadenze?
E poi certo che accade –
Di ritrovarti in una stanza buia
a dover ripensare a
come puoi rivivere i ricordi,
a come puoi trasformarli
o renderli accettabili,
a come toglierteli da
davanti agli occhi per vedere
ciò che domani
sarà un altro ricordo
scaduto da cancellare o correggere.
E poi accade –
E la sola consolazione che hai,
oltre a un paio di gambe niente male,
è pensare che finché accade
sei vivo,
sei più o meno vivo
e più o meno anche tu accadi.
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