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Precipito, in questo pomeriggio quieto...

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Precipito, in questo pomeriggio quieto.
Peonie nel vaso.
E tende di pizzo Valencienne.
Dev’essere nuvolo, fuori. Non sento stridii di gabbiani.
Non sento.
Cos’ho oltre le dita, adesso?
Oltre la pelle, cosa?
Affondo nell’aria (vibrazione di diapason ) - e sono viva,

Addosso mi sbrodola, (o m’evapora da dentro)
pioggia di note. Rimbalza, s’attarda,

rigurgida, gorgoglia.- Sfondare il silenzio.
Ferire il silenzio.
Cristalli che crollano.
 
Traslucenze di cattedrale,
 crepitio,
caleidoscopio di ricordi
frantumati da sassi.

Trasudano pensieri le dita, erano lì. Acquattati.

(non m’hai mai sentita al piano. Peccato, dicevi…)
E si scagliano veloci.
Sono chicchi di grandine. Schegge di luce,
tessere di domino
a cascata continua.- Sentissi come sono, ora! Dove sei?
Come buchi nella vita, note, note, ah, note!
dieci bocche che gridano.

E’ il mio parto, questo, musica come un figlio, mio,
mio e tu sei padre. Sei tu.

Lontano
Anima mia flessa e attorta. Ti sento nella carne.
Ritorta, pressata.
Collabora, spingi.
Ecco, la voce è una voce gemmata..
Come  primo straziato strillo.

E sorrido. Adesso. Sudata. Scomposta.

Mi rilasso. Adesso.
Respiro lenta,
nel nuovo, bianco, vergine silenzio.
E guardo. Ascolto l’eco vibrata.
E aspetto.

Fecondami ancora, allora. Ancora e ancora. E ancora.

Non ho paura. Di me. Di te…
(by poetella)
 
.
 
 

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