Ritratto di donna - 3 | Poesia | Anonimo | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ritratto di donna - 3

Chi potrebbe pensarla diversa da un incendio australe?, quando per mano del sole collide col suolo quella massa incorporea d’inferno ed in tutte le storie dei legni compaiono le acrobazie di una furia di fuoco? Noi eravamo tra quelli invisibili. Sopportavo senza tormento. Lei non osserva per caso - mi disse uno di quelli già proni -, non disdegna alterigia da cinema. E’ una star nel cortile, una grazia di lungimiranza divina razziata nel magazzino di una major. La sua stella non era sulla walk of fame è dentro lo stomaco acceso dalla stessa scintilla. Chi vive nei dintorni lo sa.   
Lei, che da sola avvampa le guance scolpite nel cranio dei più coraggiosi. Eroi di terra e di voli la sopravanzano. Cercano, narici nell’aria, la traccia inequivocabile della sua compostezza. la cercano sempre dove non è più. Ancora. Lei li sorpassa come sbanda un camion la lambretta di fianco.
Non ebbe, al momento dei turgidi seni, aviatori imprudenti. Nessuno volò sopra lei, neppure il tenero mattino che vestì la sua pelle dell’impudente carnicino: un corallo le pieghe sottili, l’armonia dei suoi colmi, dove il derma mostra la forma di un qualche sudore.
Adesso contiene la fiamma che stretta nei jeans percuote le rogge degli occhi in tutto il personale maschile che per rotte e visioni travasa l’amore nel sesso dei soli. C’ero anch’io: mai stato cieco.
Dalla lingua una costa pontina che arroventa la spiaggia del cuore di giovani all’onda dell’aperol; quel furioso tacere gli sguardi con la calma ancheggiante dei fianchi - un pendolo che mutava il minuto nel passo. Quella lei, che chiamata, districò anche l’eco da chiome di silenzi.
Quella lei è la cenere di cui non mi scrollo.
Ah, figure dei piloti oltre limite nelle auto veloci che smembrano le gomme dall’asfalto! Ah, che uomini - come luoghi di vampe - quelli che giacciono nel dubbio quando matura l’arsura delle sue risposte.
Ah, che io è rimasto!, quando fuse tutto il bronzo della mia faccia nell’anello che non mi donò.

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