Scritto da © matris - Mer, 08/06/2011 - 06:02
Ed ora teniamo aperti i boccaporti
lasciamo che l’acqua scorra
e vada via dove il ritorno non sia attesa
verghiamo i nuovi simboli circolari
in auspicio decantando i flussi distillati
al sole d’un pomeriggio al mare
sogno o forse relativa grondante forza
lasciamo che l’acqua scorra
e vada via dove il ritorno non sia attesa
verghiamo i nuovi simboli circolari
in auspicio decantando i flussi distillati
al sole d’un pomeriggio al mare
sogno o forse relativa grondante forza
grazie onirico che desti attimi d’incanto
arrisi gli anni a macerare fragori
tra segrete realtà stese ai piedi
inginocchiati a spandere energia alla terra
come suoli dal calpestio greve issati
d’una tromba marina d'ottone sibilante
tra le tese tende del deserto e il dubbio
arrisi gli anni a macerare fragori
tra segrete realtà stese ai piedi
inginocchiati a spandere energia alla terra
come suoli dal calpestio greve issati
d’una tromba marina d'ottone sibilante
tra le tese tende del deserto e il dubbio
ed il corpo ora caldo di un uomo
arrivato ai porti del suo navigare
tenendo a mente la rotta e dritta la barra
nel destino inconsueto che lo fece ammarare
tra il respiro d’un uragano che vìola le menti
ed obbliga ad erigere nuovi torrioni
baluardi d’un deserto che s’immola alla vista
sguardo arreso trafelato a cercar ancore d’amore.
ed obbliga ad erigere nuovi torrioni
baluardi d’un deserto che s’immola alla vista
sguardo arreso trafelato a cercar ancore d’amore.
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