Scritto da © sid liscious - Gio, 31/03/2016 - 11:59
Ricorda il fiume mostra l'ombra unicamente quando dentro di te muore la canzone per il fiore ed il fucile.
L'umidità è allora una foresta sola, il condor ritorna alla tua giovinezza e danza sporco la ballata dei due musici.
E nuvoloni ovviamente nel mentre e sangue in purgatorio e sette bocche spalancate.
E viene visione di sindaco moribondo e capitano sogni dispersi nell'esplosione del matrimonio e serve reagire di per cui.
Dare un nome alla propria pecora.
Mettere il pilota automatico zingaro.
Cercare fra gli spigoli dell'aria.
Il ritmo del pensiero.
Il ritmo del pensiero.
Il ritmo del pensiero caro mio è l'ultimo desiderio d'un ponte.
Il resto retaggio di coscienza.
E commedia e tragedia.
E piattole e tranquillanti.
E pioggia sulla ferita.
E grafite.
Solo la grafite rende buono l'immondo.
E letture transiberiane.
E bruciano le fondamenta e...
Ed aggiungi quello che vuoi, ma tutto è una grande curva cieca in questa lugubre gravità selvaggia.
Molto meglio una domanda insensata.
Il mio orologio rosso assieme a lei mette giovani ali.
Siamo tutti uccelli allorché cinguettiamo.
Il resto miserabile bugia.
Dio un giorno vecchio e malato e gatto in barca nel mare degli universi che si sfracellano l'uno contro l'altro.
L'amore un panico che si pensa di gestire con un carnoso manico.
L'amicizia una luna nel lato scuro del sole.
La speranza una ribellione di piccola immaturità verso grande immaturità.
La salute un arcobaleno in bianco e nero.
L'essere...
L'essere una canzone per fiore e fucile.
Anzi no, che altrimenti aggiungerei inutilità ad inutilità.
Per.
Fucile.
E.
Fiore.
Per.
Fucile.
E.
Fiore.
Per.
Fucile.
E.
Fiore.
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