Nell'anno 2001 | Poesia | Winston | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Nell'anno 2001

Nell'anno 2001 ebbi occasione di recarmi, per la prima volta, in Palestina, in alcuni villaggi della Galilea, la terra dove si presume sia nato il Cristo. Facevo parte di un gruppo di soccorso umanitario cattolico. Dappertutto vi erano segni di devastazione, incendi, di povere case ridotte a ruderi, odori di fumo. Da quei terreni spuntavano residui di bombe, qualcuna inesplosa. Le campagne appena fuori dai villaggi, le miserande piccole alture di quella regione, mi si personificarono davanti quale anticipo di una preconizzata, imminente, fine del mondo.
Oltre che essere convinto partecipe di quella missione, mi accompagnava un'ardente curiosità di sapere: sapere dove stesse la verità, di poterla riconoscere ovunque dovessi incontrarla.
Allora, ho scoperto dove la si può trovare: in ogni occhio di bambino, di donna, di uomo dove risplendono, come fuochi lontani, le sofferenze di chi ha perso tutto, vita compresa.
Allora lessi anche alcune poesie di poeti palestinesi, tradottemi molto gentimente dal capo di quella missione e ne feci una mia, che pubblico insieme ad alcuni stralci di poeti veri del movimento del OLP.
Ciò per accomunarmi, nella pietà che insorge dentro qualsiasi donna o uomo di buona volontà, di fronte ai misfatti per tutte le cause possibili, sia in generale economiche che politiche, che per volontà di potere che per desiderio dello sfruttamento altrui al fine di arricchirsi a suo discapito. Ciò per accomunarsi, come sopra appena detto, ai due post appena pubblicati, sui campi di sterminio messi in atto dal popolo tedesco durante il periodo nazista con la complicità manifesta, assolutamente non incolpevole, dello stato italiano dell' allora periodo fascista.
 
"Voi non sapete
non sapete voi
cosa può rimanere
di un cielo bambino
di fave che vi stanno appese
carboni di sorrisi
 immanenti
al vecchio carrubo che solo
ha resistito
 
Winston
 
 “Un conforto? Esiste sempre un lieto fine … non perderemo la speranza, almeno per le generazioni future. O caro amico,  ci è sufficiente dipingere con l’inchiostro dell’anima e con il sangue della poesia una chiara freccia (spero che sia chiara), che  indichi  la direzione giusta  verso il nostro carrubo, il nostro ulivo e i fiori della nostra splendente prugna”
Samiĥ al-Qasim;  ar-Ramah 29/06/1986
  
“La fine di questa notte  non ha termine?……E il feto formato dentro questo utero infermo, ha potuto salvarsi dal malessere?……Io non propongo una risposta, ma torreggio su un deserto……Come si chiamerebbe l’isola se si asciugasse il mare?……Non propongo una risposta, ma torreggio su un deserto”
Maĥmud Darwish; Parigi 22/07/1986
 
 “E che cosa ancora?… forse non è giunto il momento in cui l’affanno della domanda venga ricompensata dal sollievo della risposta? …qui giunge la nostra parte. Riconquistiamo il grido di quel passato martire: Porta la tua croce e seguimi!!…Quanto a noi vedemmo e ci agitammo, comprendemmo e ci infuriammo, credemmo e ci rivoltammo. Questa massa umana piegata sulla sua schiena iniquamente, proditoriamente e ostilmente si raddrizzerà di nuovo e sorgerà un unico uomo, malgrado tutti i mostri civilizzati  radunati contro di noi.  Noi abbiamo bisogno del nostro antico fuoco- con la sua schiettezza- perché esso  è la peculiarità intima nel nostro profondo, è come il granello di sabbia che si nasconde nel profondo della perla” 
Samiĥ al-Qasim;  Haifa  27/07/1986
  
“Hai ragione. Hai ragione: abbiamo bisogno urgente della prima fede e del primo fuoco. Abbiamo bisogno della nostra semplicità. Abbiamo bisogno del primo insegnamento della patria: Resistere con tutto ciò che possediamo di tenacia ed ironia. Con tutto ciò che possediamo di furore. Nei momenti critici aumentano le profezie. Ed eccomi vedere il viso della libertà accerchiato da  due ramoscelli d’ulivo”. Lo vedo sorgere da un sasso”.
Maĥmud Darwish; Parigi 05/08/1986
  
 “Un anno nuovo, è veramente così ?……E come contiamo i nostri anni? ……Iniziamo la nostra cronologia con l’anno dell’elefante. E che questo sia l’anno dell’accampamento. Quanto all’anno prossimo, troveremo un nome bello ed elegante in misura inversamente proporzionale a ciò che attualmente viviamo, nazione e popolo, terra e cielo, uomini e poeti”
    Samiĥ al-Qasim;  ar-Ramah 21/01/1987
  
“E’ stata la prima permanenza a proteggere la patria dallo svenimento. Voi all’interno siete la forza materiale dell’identità nazionale e culturale. E l’interno ha un prestigio che supera l’incantesimo, perché e’  l’interno che ha dato alla causa palestinese la forza del miracolo”.     
Maĥmud Darwish; Parigi 05/10/1987
 
 
 
 

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