Scritto da © woodenship - Sab, 03/10/2015 - 15:46
del treno inatteso è l’ora
allorchè canto d’allodola
erompe dalla gola canto della diaspora
è l’ora che d’ogni ricordo il meglio
si sciolga nella borraccia a secco di lacrime
gettandoci nell’abisso il torrione spoglio
d’orgoglio annerito dai roghi di caccia;
scegliere panchina per tanti parrà viltà
e restarci in questa città regno di vita meschina
teatro per molti pionieri del successo mai raggiunto
… li ricordo altri attori che lì gualcirono le vesti
già logore nel rannicchiarsi laceri
nel sonno
l’ultimo sonno
prima dei bagliori scomposti
lampi che illuminano un foglio
con scritta sull’unto
dal verde lercio di scoglio
dell’annegato appunto:
“Abbaia, aurora avvizzita
l’accidia si fa coltre:
avvilita e sudicia
così lascio che oltre andiate
passanti dal passato rimosso”…
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