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So di me come discesa la terra.

So di essere una discesa.
Perché io sono la rupe comunque stia:
di lato
o col cielo nella pancia;
seduto
o a capo delle comete.
 
Io so di essere una discesa quando i miei piedi toccano terra.
 
E tutto il sangue affluisce da quest’agroumano
e si rinnova. Risale le radici
dalle arterie sottese che si procurò.
Va per le vene d’aria alle parole nuove
che mi trascorrono e lì scopro un canto,
una proposta di seme.
 
Sono uno stelo che regge
il ginocchio dell’inverno
coi suoi petali versi.

Gli occhi del cuore

 
Riesco quasi a toccare
la sottile linea che divide
genio e pazzia.
E’ invisibile agli occhi umani, mi dicono...ma io ho usato il cuore.
Rispondo.

Le ronde

Io
e l’amico mio soldati
avvolti
da mimetiche in anfibi
portiamo in braccio
pallottole innocenti
che dormono nel grembo
delle loro madri armi
Marciamo
delimitando
un confine da difendere
a guardia di una patria
poteri e proprietà
E’ notte
ed il silenzio ci accompagna
in questo turno
da cui solo tornerò
per rivedere
ancora rondini
che non sanno
cosa vuol dir
morire
mentre
giravano le ronde

Sto qui

 non chiedo niente
né al giorno né alla notte
sto qui e non aspetto
abitata da questo sogno
che mi sogna e m'incanta
 
(il tempo non esiste
non scorre e non sfugge)
 
io e la luna quasi piena
ci guardiamo
memori d'infinite assonanze
le racconto dell'amore
e lei mi dice delle maree
 

Rintocchi

come battito di cuore cadenzato
quassù su questo greppo
cento case di sasso rinverdite
a pro di nordici discesi infreddoliti
mi segna la giornata il tocco di campana
dell'orologio della parrocchiale.
la squilla dice il priore, ormai dimesso
chiamava a raccolta i figli del signore
gli contava il tempo dell'opra e la preghiera
li riportava a casa dai campi verso sera.
ha una voce antica senza tempo
regolava la vita, il suo fermento
rasserenando le ansie ed il tormento
di viver travagliati ogni momento.
ora è la nostalgia di quel che era
non rintocca l'albe a chi si leva
né suona a dir che il sole il vespro ingoia.
batte le ore che non son più quelle
che del domestico non sono più ancelle
neppure a ricordare il dì di festa
desueto oramai il suo ufficio, bronzea resta.
 
 
 

Desiderio latente

Fra notte e giorno
fra note e silenzio
in quello spazio vuoto
dove c'è il nulla ti trovo,
scomparso come il buio
e non ancora risorto
come il prossimo giorno
il desiderio in attesa di te
resta latente.
Ritorna alla mente
come foto sbiadita
la tua pelle... le mani... le dita,
Un alito caldo mi sfiora il cuore.
Ti ho sognato...
ti ho già perduto.
Haaa! qual'è il confine
da non varcare,
lo sa anche il mare
e il sole e la luna,
loro hanno leggi precise...
a me restano incise
le tue parole che
come fiamme lambiscono
ancora il mio letto
e che il tempo cancella
come vento sulla duna.

La ragazza che suonava di notte

 
 
 
 
 
 
Il rumore del giorno nella testa
evapora di colpo
e il buio del silenzio
-onda di clessidra  
tra dita di vento-
si dilegua
(come eri triste
-oggi-
fra le tue note)
 
 

Il Nuovo Giorno Inizia

Il nuovo giorno inizia
e la domanda rimane:
perché questo
scrosciante silenzio?

Già. Perché. E tu?

Anche per me
lenti gocciolano i giorni
e non c'è risposta.

      loripanni

la mollezza

 

rammendo e rattoppo
l'incognita di pensieri liquidi
con aghi di sale
perchè il cielo non cada
e se l'attimo ti sfugge,
tu salva con nome
almeno
la mollezza di quella sera
 

 

In bianco e nero

30.01.10_Alla cava degli spagnoli
(foto di Diego Rocco)
Ho lasciato andare i miei passi
sui bianchi sentieri del tempo
dove ogni cosa ritorna in silenzio
e anche il dolore riverente s’inchina.
Sussurrati ricordi s’affacciano
fresca brezza a scompigliare i pensieri
come pennelli volteggiano lievi
a colorare i miei giorni passati.
E mentre un canto sgorga leggero
simile all’acqua tra tumide rocce
l’amarezza piano svanisce
come neve al tiepido sole.

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