blog di Franco Pucci

(di quel tempo sì diverso e parallelo
così incastrato tra l’anima e il cuore
conosci il respiro dei versi e l’amore

In questo solstizio d’inverno
così uggioso di nebbia marina
un fiore lasciato sul davanzale
è quasi speranza di primavera.
 

Li incontro -spesso ci inciampo-
nel tunnel chiaroscuro della vita
sono sogni bugiardi da uccidere
prima che venga l’alba -vita mia-
 

stasera
per deflorare questo silenzio inquieto
-foderato di caligine ovattata-
che rabbrividisce sul marmo della panchina
 
ci vuole cuore

Non è l’aria di Natale
non l’agrodolce profumo
di mandarino sulle dita.
 
Non sono aghi di pino
che crocchiano allegria

Volevo scriverti una poesia stanotte, ma stolto
-ho baloccato il tempo inseguendo una farfalla-
Lei infiltrata chissà come tra gli scuri socchiusi

Lo svicolo è quel sito dell’anima amica
dove il cuore spaurito spesso si rifugia
è la coperta calda nella notte innevata

[oplà Mangiafuoco s’incendia sull'assito
“telone” -reclama- ma il gatto s’è sparito

Oggi basta uno straccetto di nuvola
-occhieggia come audace minigonna-
che gioca e circuisce un timido sole
ed ecco arrivare il profumo del pane

Ma quanti gradini hanno le scale del cielo?
Guardo il soffitto e l’azzurro sbianca l’intonaco
lo stanzone è scrostato come l’anima che urla.