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blog di Il Folletto

Grembo solcato

Da lei scorre serica fiamma di lava
fin dallo sguardo, cratere di fuoco;
goccia bollore dalla sua bocca e
guizza disteso il ventre rovente;
tellurico il moto degli arti eburnei
lungo le sinuose dorsali in tumulto.
Il nucleo nativo sussulta e si scioglie
nella demiurga esplosione della furente

Terra bagnata

Il nastro soffuso di luce
tracima dal vetro solcato
dal sole svestito di nubi,
galleggia sui fini corpuscoli
in volute e oziose spirali
per planare sul profilo disteso
del suo viso in assorto sorriso
e, nello sguardo che volge
al mio osservarla vagando,
restituisce in zolle odorose,

Incendiario amplesso

Superbo il trionfo arcuato
dell'imperlata schiena che
rende reverente grazia
al brado suo essere felina:
è incendiario amplesso.

Del bacio

Non bacio solo le segrete labbra,
il corpo inatteso, la pelle raggiante,
l'incavo glabro giù per il fianco lasco,
nè i tumidi margini dell'intima plaga.
Bacio il suo audace furore,
questa sua liberata pienezza
da gioghi spezzati e bugiardi pudori.

Vocazione carnale

Fra le fauci del tuo grembo
immergo la mai sopita fame
della tua vocazione carnale.
Placata l'arsione dei lombi,
torno liquido scivolando
nel mare effuso in te.

Semen

Con il lento tocco delle labbra
incontriamoci sulla tua bocca,
inevitabile è riversarmi in te.

Stretta


Nell'immutabile cammino
giungo al centro di te, non
è sostanza né solo spirito;
per il tuo sguardo m'aggiro,
nella tua carne m'avvolgi,
sulla tua pelle sospeso.
È intenso il pulsare che
stringe nel tuo desiderio
il mio: è rinnovata essenza.
 

Istante

Quando le labbra ti toccano
scompaio in te; creata impronta
è il tempio della tua bocca e
del tuo essere mia apolide patria:
immutabile battito di me in te.

Grammatica

La tua grammatica giunge in punta di labbra
e inizia la mia alla sintassi d'impudico gioco, 
la veste sollevata ed è improvvisa nudità,
scaviamo la pelle cogliendone ogni vocale,
le consonanti scottano come lapilli la carne,
è lava verbale quella che si diffonde audace

Amanti

E' il richiamo, primitiva necessità,

e mai sia scialbo nè arido bisogno,

è piacere di un gioco dissoluto,

che rida e liberamente pianga,

anche stonato canti, urli

nel sesso fuso e nel dolore,

aperto agli impudichi sensi,

che ascolti e dentro si guardi,

mai si faccia solitario inganno,

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