Scritto da © inchiostroblu - Gio, 02/12/2010 - 19:02
61- Mi ag-grappo...lì
Mi ag-grappo...lì
a questa vit-a
lottando
contro gli in-tralci
quotidiani
come il pane di cui mi sfamo
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Scritto da © inchiostroblu - Gio, 25/11/2010 - 10:54
60- Nel vigneto
Dita nella terra.
Radici.
Terra sotto le unghie
calda come il sangue nelle vene.
Terra che sfama,
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Scritto da © inchiostroblu - Sab, 17/07/2010 - 05:46
Panni ad asciugare
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Scritto da © inchiostroblu - Gio, 08/07/2010 - 08:24
Tempus fugit
(foto di Diego Rocco)
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Scritto da © inchiostroblu - Mer, 07/07/2010 - 15:09
Qui
(foto di Diego Rocco)
Oltre ogni rimpianto
oltre tutti gli affanni
quando anche i sogni tardivi
scoloriranno al tramonto
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Scritto da © inchiostroblu - Gio, 01/07/2010 - 14:40
Meriggio estivo
(foto presa nel web)
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Scritto da © inchiostroblu - Lun, 10/05/2010 - 14:19
I giorni della merla
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Scritto da © inchiostroblu - Dom, 02/05/2010 - 20:31
Una macchia bianca
La sua camicia è una macchia bianca sul letto. Lei la ignora: infila nel cassetto la biancheria pulita, mette la borsa nuova sul ripiano più alto dell’armadio, apre la finestra e cambia aria alla stanza. Va a sedersi davanti allo specchio.
E’ bella, oggi; sembra quasi che il trucco di ieri sera le sia rimasto addosso. Ora può girarsi, raggiungere il letto.
Prima sfiora il colletto e accarezza le maniche, poi se la preme sul naso, sulla bocca. Sorride: che stupida. Va all’armadio e cerca una stampella libera. Si sforza di non guardare il telefono anche se è lì, sul comodino.
Con gesta delicate appende la camicia nell’armadio, in mezzo alle altre, quasi a volerla nascondere. Raggiunge il bagno. Una doccia le farà bene, la aiuterà a ripulire i suoi pensieri, lavando via tutta la confusione di questi giorni. Chiude gli occhi e si lascia scivolare addosso l’acqua quasi fredda. Meccanicamente si versa lo shampoo sul palmo della mano, inizia a frizionare leggermente la testa con la punta delle dita… le sue dita sulla schiena, quella pressione lieve eppure ferma, decisa. Il calore del suo tocco, delle sue labbra sulla pelle. Le mani sulle mani, il respiro nel respiro... Un brivido la percorre, spalanca le palpebre imperlate di gocce. Respira affannosamente, gli occhi fissi contro le piastrelle. Allunga la mano verso il sapone. E’ liscio e freddo, improvviso le arriva l’odore intenso della vaniglia. Metodicamente lo passa su ogni centimetro del suo corpo: i piedi, le gambe, il ventre… E poi le braccia, il seno. I capezzoli turgidi, la pelle tesa. Il suo corpo addosso, i desideri annullati nel suo profumo, nel suo odore. Le ombre lunghe della sera che invadono la stanza; e dietro le tende socchiuse tutto il resto del mondo…
E’ bella, oggi; sembra quasi che il trucco di ieri sera le sia rimasto addosso. Ora può girarsi, raggiungere il letto.
Prima sfiora il colletto e accarezza le maniche, poi se la preme sul naso, sulla bocca. Sorride: che stupida. Va all’armadio e cerca una stampella libera. Si sforza di non guardare il telefono anche se è lì, sul comodino.
Con gesta delicate appende la camicia nell’armadio, in mezzo alle altre, quasi a volerla nascondere. Raggiunge il bagno. Una doccia le farà bene, la aiuterà a ripulire i suoi pensieri, lavando via tutta la confusione di questi giorni. Chiude gli occhi e si lascia scivolare addosso l’acqua quasi fredda. Meccanicamente si versa lo shampoo sul palmo della mano, inizia a frizionare leggermente la testa con la punta delle dita… le sue dita sulla schiena, quella pressione lieve eppure ferma, decisa. Il calore del suo tocco, delle sue labbra sulla pelle. Le mani sulle mani, il respiro nel respiro... Un brivido la percorre, spalanca le palpebre imperlate di gocce. Respira affannosamente, gli occhi fissi contro le piastrelle. Allunga la mano verso il sapone. E’ liscio e freddo, improvviso le arriva l’odore intenso della vaniglia. Metodicamente lo passa su ogni centimetro del suo corpo: i piedi, le gambe, il ventre… E poi le braccia, il seno. I capezzoli turgidi, la pelle tesa. Il suo corpo addosso, i desideri annullati nel suo profumo, nel suo odore. Le ombre lunghe della sera che invadono la stanza; e dietro le tende socchiuse tutto il resto del mondo…
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Scritto da © inchiostroblu - Mer, 14/04/2010 - 21:05
Selene
(immagine presa nel web)
D’argento è il tuo incedere lento
quando la notte giunge furtiva
a placare affanni e sospiri,
mentre tu
fiera e solitaria procedi
col tuo improbabile esercito
di poeti, musicanti e sognatori.
Fedele
chissà dove,
un cane qualunque
si strugge d’amore per te.
quando la notte giunge furtiva
a placare affanni e sospiri,
mentre tu
fiera e solitaria procedi
col tuo improbabile esercito
di poeti, musicanti e sognatori.
Fedele
chissà dove,
un cane qualunque
si strugge d’amore per te.
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