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blog di Mariagrazia Tumbarello

perché non mi guardi?

è la tua schiena eretta
contro il tempo
il mio tormento,
mentre conto i minuti
che mi separano
dalla storia futura,
ingabbiata come sono
nei lunari statici
di questo scorrere
pigrio e violento,
che mi battte il corpo

fiori, poi lo schianto

piovevano
corolle
di fiori uniti,
quella mattina
che ti vidi
la prima volta,
mentre aggiustavi
con gesti svogliati
la bicicletta
col muso
per aria,
il domani
era fuori dalla tela

Il Natale?

non ho voglia di Natale,
lasciate
che affondi
il mio muso grigio
nel gomitoli
delle mie stanze e
inondi
di penombra
 le persiane chiuse,
mi ferisce
troppo
la luce lunare,
e all'asinello

illanguidire di un amore

che ci inventiamo
di nuovo
per illanguidire
meno
quel tesoro
disperso
che il tremebondo
vento
ci ha rubato,
fregiandosi di stelle
che ci appartenevano di diritto,
una tazza di thé,
una noce moscata

la pioggia matura

spezza
il cielo
in vorticose
luminescenze
di percosse,
la pioggia matura,
che pare
davvero
il saluto benedicente
di angeli bambini
seduti sull'empireo
celeste
a salutar
il nostro lento migrare
 
 

in urna d'oro e nel mio pensiero

In Aculeica
Dispersione

confessione di un abitante del kosovo

corrispondo
nomi
alle croci
in oro
piantate
per terra
dalla guerra andata,
e ai fiori
recisi
alla natura
a lor giaciglio
perpetuo,
i tanti volti
senza nome
scagliati

la sola speranza

a quelli come me,
che si fan schermo
all'assenso altrui,
probi
su doveri acquistati
al piover pigro
della clessidra,
non resta
che sperare
di affigger
traccia di sé
in due parole sberciate dall'uso,

Ricordi in cartolina

lunari barbagli
dispettosi
condensano
il mio umore d'altalena
in declivi
 di azzurro terso,
sventagliando

Scrivimi

scrivimi,
se puoi,
riannoda
con parole
magiche
il tempo perduto,
creiamo,
insieme,
un ponte su cui tracciare
i confini smarriti
della nostra estate abbandonata
dalla paura,
agonizzante

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