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blog di Michele Prenna

Il muro

L'intonaco scrostato mostra i muscoli del muro
sono pietre grosse sbozzate legate dalla malta
dicono la fatica di chi le ha messe in opera
la cura nell'erigere un che di duraturo
per chi a sua dimora aveva eletto il luogo
fanno pareti solide che hanno buon spessore
non temono aggressioni di caldo o di gelate
adatte ad ospitare famiglie d'una volta
attente a non sprecare quello che col lavoro
e duri sacrifici s'impara ad apprezzare.
 

Per nuove ali

Sarà influenza di stagione
o malessere che portano gli anni
càpitano giorni di chiusure
con solitudine che sdegna gli amici
e vuoti non li credere
nè pieni di pensieri cupi
sono giusti per galleggiare
emerso da molteplici ricordi
servono per ricaricare il cuore
mettere nuove ali
ai voli straordinari che s'attende.

Alla svolta

Alla svolta del sentiero
salendo dal torrente
impressiona il colore
cangiante di tono
del bosco al sole.

In fondo lo cercavo
per scacciare dal cuore
un corvo di pensiero
che s'annidava grave
di mestizia mortale.

Nudi ricami di rami

Tendevano al cielo le braccia i poeti
dai versi ormai spogli volati
lì vicino per terra
oppure là sopra l'acqua
qualcuno preso ha vento per l'alto
e ancora cerca un suo lido
ci sono quelli del cuore
rossi per l'esibizione
ma quelli che amo son giù
umili mi piaccion di più.

Pietra

Bisogna imparare a leggerla la pietra
nel suo grigiore largo ha segni e macchie
tracce di muschi vivi e vita morta
ed una al primo sole pare chiamare
a decifrare la lingua della roccia:
accoglie terra nelle crepe madre
e brilla il verde come a coccolare.

Ho sognato

Ho sognato di te
Sonia, amor mio
il nome chiaramente
l'ho inventato
mia donna-specchio
a me venuta a notte
a memorarmi il tempo
che felice
giovani entrambi
in corsa per i prati
teco sostavo
ai fiori per i baci.
 

Carpini

Nella meraviglia triste del viale
lasciano ad aria e terra l'oro
creature compagne dell'addio
amiche d'errabonda solitudine
carpini dai flessuosi rami
irrigiditi ad arte per gli abbracci
metafore di vita coi dolori.

Cappellino

Brilla di biancorosso
ad attirare le vanesie
cappellino di streghe
sempre a caccia di fanciulle
per il mondo di sotto
amanita schivata dalle sagge
avvertite dalle bave
di lumache messaggere.
 

Naufrago

Rimane la mano tesa a gridare
ramo o radice del tronco
travolto da tempestose onde
sospinto a riva ghiaiosa di lago
morto ormai legno di monte
cui il vento con lieve soffio
più non scompiglia le fronde.

Tabacco "per non dimenticare una storia sentita da bambino"

La storia di TABACCO

Presentazione

C’era una volta un povero calzolaio soprannominato Tabacco perché aveva sempre in bocca la pipa, il sigaro o la sigaretta e, quando non fumava, fiutava
la polvere aromatica che teneva in una scatoletta di metallo lucida per l’uso.
Tabacco per il resto si contentava di poco per essere felice: dopo il lavoro curava l’orticello, passeggiava al fresco degli alberi nel bosco vicino a casa,
si preparava fischiettando colazione e cena che non mancavano mai di un bicchiere di quello buono.
Dopo la morte della madre nella vita del ciabattino non c’erano state donne che gli fossero piaciute tanto da fargli desiderare di sposarsi; aveva avuto le sue avventure da giovane e adesso che era un po’ in là con gli anni si faceva compagnia da solo godendosi le bellezze della natura, i piaceri del fumo e le delizie della tavola.

L’ospitalità di Tabacco Leggi tutto »

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