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amore

Cold November

Il freddo è una gran cosa
pulisce l'aria come da un velo grasso
ridisegna i confini degli oggetti
ricollocandoli nel perno di uno spazio
 
se soffia lieve il sospiro del Carso
presto le sento guizzare nel petto
quelle lamette sgarbate d'ardesia

Mille parole solo per te

 
(dedicata all'unico amore)
 
Non avrei bisogno d’altro
se non del tuo amore,
della tua pelle che si slega
passando sul mio corpo
fresco ancora di gioventù vissuta,
della tua esistenza che plasma
su di me modelli di mare calmo,
ritagli d’aria e di cielo,
luce di un sole
che nel mio profondo si ritrova!
La tua parola
seducente come la luna
delicata come la carezza di un bambino,
inebriante come l’intenso gusto
di un vino in fermento,
si solleva nella notte sino all’alba
come musica nell’immenso dell’infinito. 
Nel tuo amore vorrei dormire
e nel tuo ventre anche morire
per non tornar mai più
sulla schiena dell’uomo ombra
dio dell’ignoto e padrone 
dell’urlo che ingoia in un lampo
tutto il silenzio del mondo.
Oggi, inondami ancora della tua bellezza
perché possa unire in me
ogni parte vissuta che perdo,
ogni parte vissuta che il vento mi ruba
e dal pensiero s’allontana.
Nella rosa più rossa del sangue
più vergine di un nido non ancora nutrito
più tenero di un romantico amante

Frasi d'amore


Non pretendere dalle mie mani
mai più che una girandola di luci
che illumini le scabre curvature
dei tuoi perché coi vividi barbagli
di un desiderio non sopprimibile.

Oggi, un giorno non diverso se
non per la meccanica dei gesti,
si è trasformato in un messaggio vero.

Non chiedermi, perciò, un ti amo sgombro
di pensieri, ormai irripetibile.

Ti guarderò, invece, ti prenderò
la mano, ricorderemo l'attimo,
poi, la realizzazione fortunata
di uno dei numerosi paralleli
del possibile che ci ha voluti
insieme per un poco sulla scena.

Di Metallo Rosso, il Suono del Tempo.


 
S'arresta dalle crepe del cielo
il flagello dei giorni spinosi.
La Fine è Maestra.
 
Note oblique scadono vaghe
al buio di scellerati tramonti,
quando ancora intatto è lo scudo
e il filo di spada tagliente.
Artigli di piuma su lingua di fragole,
al seno fiorito del multiverso,
toccano accenti di nuovi colori
involando stormi d'ore confuse.
 
S'agita immobile l'ossimoro
d'amorosi fantasmi stremati,
quando ancora piovono unicorni
dalle fessure di occhi provati,
nell'esplodere sogni visionari
fra le dimensioni quantiche
di profeti ciechi e poeti,
sazi di loto e avidi di lune.
 
Scorrono voci di falco,
nello scialle del cielo
che lento mi avvolge,
stritolandomi.
 
Sopra l’Arcobaleno.

Sundawn line

gli orizzonti
sono punti di vista mutevoli
intrecciano contatti con le porte dei venti
ma non posseggono chiavi o legacci
cui appendere vuoti canestri
di malinconia
 
Il sole è nero
sa di catrame e martirio sguaiato
non concepisce opinioni o rifiuto
è un treno scaraventato
su parallele divergenti
 
non raccontate alla luna che è tardi
che conta il tempo da quando tempo non c'era
sa calibrare il vissuto orologio
in armonia con le trapunte stelle
 
Non sei salita perchè eri già stanca
i viaggi più lunghi sono dentro di noi
perchè la meta è guizzo scaltro e ruggente
 
un'ape incontro al sole
rugiada di baci rubati a un fiore
 
linea lontana, confine d'amore.

L'odore dell'amore

 

C’è ancora il suo odore
sui cuscini di velluto
per terra
sul tappeto persiano.

Luce soffusa
e tende rosse lunghe
con quei pennacchi sfilettati.

Sulla parete l’arazzo di stoffa
gli ussari e le loro donne
nel laghetto con i cigni
con gli spadoni lucenti.

Guardo la porta intarsiata
i miei stivali adagiati
mentre il mio sigaro veleggia
su, verso il soffitto dalle travi di legno.

Lei è snella, flessuosa
come un giunco di palude
e si muove nelle mie mani
come modella di creta
e il suo odore m’invade
mi prende sul collo
come vampiro con la voglia di sangue.

Un disco per terra
accanto ad un fazzoletto da donna
lì dove il tappeto è piegato
dove rivedo i suoi piedi nudi
piccoli come quelli di una ballerina.

Il mio bicchiere trabocca
il ghiaccio si è sciolto
l’odore di lei è solo un ricordo
gli amori finiscono sempre
di notte.

 

Alla Fine S'Impone Un Silenzio

Alla fine s'impone un silenzio
  ... che troppo dolore contiene.

Ed allora m'allago nel nulla.

 

      loripanni

La donna che non sapeva amare

Il bar del centro
era da sempre il luogo delle promesse
con la buona classe dirigente
riunita prima della messa.

Lei,
bella come sempre,
con il suo fard quasi trasparente
sorseggiava gli occhi della gente
con quella scollatura
che ricordava una madonna del seicento.

E la gente
che la omaggiava, degli sputi della borghesia
tragici lutti di una città del nord
che ha nebbia tra piazza della Loggia e la via per il cimitero.

Al centro
i soliti barboni
a litigare con la lega
a discutere della tratta degli sfollati
ed io
conducente di un calesse mezzo storto
a cercare di trovare
una ragione per un torto.

E quella rosa gialla
sul tavolo di quel bar
mentre la donna che non sapeva amare
sorrideva
per non piangere ancora.

E la gente, la gente
accalcata
dietro le vetrine
sporche di mosche e di residui di latrine.

E lei
che non aveva nemmeno il coraggio
di sentire il profumo
della rosa
che gli avevo regalato
nei giorni
della presa delle chiese al primo maggio.

Peccati voluti

jessica_biel_24

La gioia condivisa

...nei giorni vuoti.

                                   Condanna e rimorso

                                                  di peccati voluti.

   Corpi in attesa…carezze complici.

 

Orofiorentino

Finalmente si fa sera

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.
(Sulle note di Angelica tratta dal brano gregoriano
“Veni Redemptor Gentium"
di Paul Scwartz e cantata da Lisbeth Scott )
.

 
Nell’incedere delle ore
mi tende la sua mano la malinconia
in quello che è il frastuono luccicante
nel magazzino della bigiotteria.
 
Abbagli usa e getta
solo gioie menzognere
chimere senz’anima
ingannano di splendore.
 
Finalmente poi
l’attesa si fa sera
che d’inutili fardelli il mio sentire spoglia
quando col sorriso l’amata essenza tua incontro.
 
Estraneo al mondo e alle sue mani
incorporeo è l’abbraccio
unico respiro
dell’intero correre del giorno.
 
Scivola la goccia
sul fragile filo che l’attesa imbocca
quando nel vuoto della stretta nel reale piombo
e da te mi slaccio, solitario per valore e scelta.
 
tiziana mignosa
10 2009
 

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