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amore

Voce

Vaga
nel muto mondo
di mare sassi e vento
voce solitaria
 
il canto giunge
tra pieghe di una notte
straziandomi il sentire
 
falsandone le note
vibro come di pianto
dipinto al muro
 
come di foglia
lieve cadendo
in volo sottile
 
quando
-tu dimmi quando-
potrò ascoltare ancora
e non morire.
 

Ti regalerò un sogno

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(Sulle note di Adelita di David Waters)
 
Niente
non dire niente
imbavaglia le grida al tuo dolore
e almeno per un po’
la catena slaccia alla caviglia.
 
Ascoltami
 
come di fronte al riverbero dell’incanto
lasciati catturare dalle onde calde della fantasia
e al luccichio dell’inatteso
gli occhi schiudi
amata brezza che le gocce secca.
 
Ascoltami
 
ti regalerò un sogno
soave come il canto degli usignoli
quando il cielo di vermiglio si colora
ha il sapore buono dei biscotti della nonna
coccole e cuore caldo quand’è sera.
 
Papaveri rosso amore
e fili d’erba tra le ciocche dei capelli
delicato come la voce della gioia quand’è pura
risa e corse a perdifiato
panni stesi ad asciugare al sole.
 
Come se
giochiamo come allora
ma adesso al come se
scivola senza tasche dentro al sogno tuo
e lì rovista a caccia del piacere.
 
No, non dire niente
e lascia stare tutto il resto:
ad occhi chiusi il vero si ribalta
il desiderio realtà diventa
e il vero falso.
 
tiziana mignosa
10 2009

Dal coro un canto all’amor profano

 
Il nostro amore è un pugno in bocca al consueto amore
è un canto di lotta, un impegno ribelle alla tirannia della luce:
il nostro amore è guerriglia,
è il corpo a corpo tra Paradiso e Fuoco Eterno.
Quest’amore nell’ombra è luce coperta che esplode;
è una raggiera d’incanti che trapassa ogni furtività!

Il tuo ed il mio amore:
migrazione naturale verso epoche di baci
dall’inferno del “che non traspaia”.
Il nostro amore è un infuso di emozioni estreme,
un collage frammento a frammento di sensazioni rubate.
E’ una lente che filtra immagini d’altro

sulla retina del cuore.

Quest’amore è l’eco di sonate d’amori
già vissuti. E’ terra radice fusto foglia fiore ape.
E’ il fulmine che distrugge queste cose;
è l’acqua che li rivive a memoria.
Il mio ed il tuo amore non nacquero con noi
ma vivono della stessa luce
e donano frutti uguali
e santificano la loro unica anima.

Il nostro amore di frasi liquide
è un oceano di calme tese
in cui mille e mille e mille corsi d’acqua
parlano un linguaggio con suoni d’incontri:
roboante tempesta di silenzi è il nostro amore

quando taciuto ci sgola.
E’ dentro e fuori i nostri corpi congiunti;
è sintesi del loro umore pagano
e teoria del divino crogiuolo
e dei suoi cento e passa miracoli:
è un miracolo d’amore il nostro amore a quattro mani.

Quest’amore tra le mani e le labbra,
è quattro mani, quattro labbra.

Legai un cavallo ad un raggio di luna

 

Legai un cavallo ad un raggio di luna
ma il cavallo fuggì
solo perchè ebbe paura.

Legai una barca
ad una foglia d'erba
e la barca andò via
ma solo perchè non amava la laguna.

Legai un amore
ad una pozza d'acqua piovana
ed è ancora li
perchè non ha bisogno di nodi
per durare ancora.

Nostalgia

nostalgia
che fai stillare lacrime
dai suoi occhi verdi
prendi l'umile canovaccio
del mio sentimento
ricamaci un nuovo amore
e asciugherò le gocce
che imperlano il suo viso
quando la bacio.

Coraggio

vieni
alzati spogliati liberati
seppur solo un momento
lascia cedere le vesti
del giorno consumato
godi della brezza fresca
della nuova sera che per mano
complice ci porta
nella nostra notte vera.
semmai un pensiero
ti pungesse intanto
da posar sulle palpebre
un rimorso
aprili guardami sorridimi
non c'è colpa fatal
quanto un rimpianto.

Fantastico il Girasole, nella Cruna del Ventre.

 
Fantastico il Girasole, nella Cruna del Ventre.
 
(Meteore di ghiaccio)
 
Sotto un cielo feroce
cerco stelle d'asporto
e carezze di luce,
sulle vele che ancora
sanno d'inferno,
nell'artiglio di parole
troppo nude e scarne,
scheletri viola
che tornati alla fonte,
in palmo di mano,
ringraziano delusi.
 
(incendiano l'aria)
 
Profezie stuprate
dall'indifferenza cosmica
scelgono giorni finti,
nel pagliaio delle scuse
intinte nell'inchiostro
d'uno sbiadito credo
che, negandolo,
l'amore uccide.
 
(di vita aliena)
 
Parlo col vento,
nell'attesa curiosa
d'una luna cremisi,
a tagliare la notte
e il collo dei sogni.
 
(da dimenticare)
 

 

Tutto Passa, Lo So, Tutto Passa

Tutto passa, lo so, tutto passa:
ma dall'oggi alla resa dei conti
c'è un gran muro di pena e dolore.

Spero ancora in un nuovo viaggio:
quella bimba che piange in silenzio
troppo grande ha il buco nel cuore.

In silenzio serrando le labbra
scarto i giorni guardando al futuro
e m'invado d'angosciato sudore.

Sempre attendo che torni la gioia:
quel bambino che piange nel buio
troppo a lungo non ha avuto amore.

      loripanni

Tu non puoi sapere

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.
( Sulle note di “Life Circle” di G. Webb)
.
No
tu non puoi sapere
quanto grande ancora sia l’amaro smarrimento
come allora gocciola
sul dono impacchettato coi fogli del tormento.
 
Credi, credi di conoscere l’intensità
degli umidi perché spaiati
come se ad una ad una avessi pesato ogni lacrima versata
come se avessi raccolto nella pozza nera
ogni singolo singhiozzo che straziava l’anima.
 
Ma tu non c’eri
no, non puoi sapere
 
eppure
quando il tuo presente indietro porti
su quell’erba calpestata e strappata al sole
pensi ancora di conoscere
l’esatta pesantezza dei tuoi passi folli.
 
Ora, ora che davanti allo specchio
la tua coscienza incontri
e col tuo sguardo spento
ti ritrovi a rovistare
tra le parole dette e quelle pensate
 
 adesso
adesso che l’inverno ha perso il suo cappotto caldo
e al sole torni
al suo tepore buono
e a quella fionda che l’ha colpito al cuore.
 
No
non puoi sapere
tu non puoi neanche immaginare…
ma adesso è tardi
è troppo tardi, anche solo per pensare.
 
tiziana mignosa
11 2009
 

Nel tuo respiro ho trovato il mio amore.

 
 
Che suono di calma ha il tuo respiro!
Tanto ritmico che la notte ne danza le note,
lo ascolta e s’incanta ad un racconto di pace.
Non mi muovo.
Trema appena il tuo ventre scoperto
in una sparuta apnea che mostra quanto il cuore ricerchi la vita.
Scuoti appena la morbida spalla che curva tonica sul seno.
Accarezzo due ciocche che allagano il cuscino: chissà se i capelli
sono adatti ad accogliere uno stormo di mani.
Non insisto: c’è tempo per un nuovo orologio di passione
senza che in questo momento interrompa il tuo volo tranquillo
nella tenera tinta del dopo l’amore.
La paura del gesto inconsulto mi fa statua irreale di carne
ed in quest’attimo subisco il graffio della memoria
e mi duole la gioia.
 
Sulle coltri un lenzuolo non basta per due
il letto non accoglie più di un corpo aperto al fresco,
perciò ti sovrapponi alle mie gambe e ne spiazzi il disegno.
Io entro dal fianco dell’ombra
e con somma cautela profilo di sguardi la curva dei fianchi.
Ora schiocchi la bocca.
E il breve pendio del naso ha un fremito neonato.
Non capisco se è terrore o meraviglia; non c’è porta:
dall’esterno non si entra nelle fantasie del sonno.
Resto fuori da te come qualsiasi cosa qua dentro.
 
Vorrei adesso mani di brezza per spandere freschezza
sulla prateria lucida della tua pelle distesa e concava
che trasuda stupore di caldo con una rugiada minuta.

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